Paolo Rossi è morto poche ore fa, era affetto da un male incurabile da tempo. A dare l’annuncio è stata la moglie, Federica Cappelletti, con un post su Instagram. La foto scelta da Federica è quella che la ritrae insieme a Paolo e il commento è breve ma dice qualunque cosa: “per sempre” con un cuore a seguire. Ma Paolo Rossi, che per quelli un po’ meno giovani era “Pablito”, era entrato nel cuore di tutti già nel lontano 1982 quando fece sognare gli italiani durante il Mondiale. Quell’anno, Enzo Bearzot, ct della Nazionale, lo scelse e Pablito trascinò la squadra con i suoi goal fino alla finale vinta in presenza del presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Tre goal al Brasile, due goal alla Polonia, un goal alla Germania. Il trionfo, il titolo di capocannoniere, il pallone d’oro. E un posto indelebile nella storia sportiva del Paese.
L’Italia in piazza per celebrare la vittoria e Paolo Rossi
A quella competizione Rossi era arrivato dopo due anni di squalifica per il calcio scommesse. Nonostante le critiche di chi lo vedeva spento, Bearzot lo difese contro tutto e tutti e ne fu ripagato. Tutta l’Italia scese in piazza per festeggiare. Nell’immaginario del paese brilla ancora il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, esultante in tribuna a Madrid al fianco di re Juan Carlos. Rossi era un rapace dell’area di rigore, un centravanti piccolo e furbo, capace di apparire alle spalle dello sventurato difensore di turno per trasformare un mezzo pallone in un gol. Era esploso nel Vicenza. Poi, dal Perugia era passato alla Juventus. Tra le sue maglie figura anche quella del Milan. A Verona la chiusura della carriera.
Paolo Rossi, Christian Vieri, Roberto Baggio
Con Vieri e Baggio condivide il record azzurro di nove marcature ai Mondiali. Fu il primo, seguito poi da Ronaldo, a vincere nello stesso anno campionati del Mondo, titolo di capocannoniere della fase finale e pallone d’oro. Con la Juventus ha conquistato due scudetti, una coppa delle coppe, una Supercoppa e una Coppa dei Campioni. Fu anche capocannoniere della Serie B con il Vicenza.
Dopo la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista in Tv, prima che la malattia lo allontanasse dagli schermi. Lascia la moglie Federica e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro. Nel 2004 era stato inserito nel Fifa 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelè e dalla stessa Fifa in occasione del centenario della federazione.