Milan Kundera. Tributo a un grande scrittore

È notizia di ieri la morte di Milan Kundera, scrittore di origine ceca, naturalizzato francese. A darne notizia, l’emittente televisiva Česká televize. Aveva 94 anni e era malato da tempo.

La vita e le opere

Milan Kundera è stato uno scrittore di grande successo, estremamente riservato nella sua vita privata. Dalle bibliografie disponibili, capiamo che la sua esistenza fu legata inesorabilmente alla propria produzione letteraria.

Fu autore di dieci romanzi, sei in lingua ceca e quattro in francese, di numerosi saggi e di tre raccolte di poesie (L’uomo, ampio giardino – Člověk, zahrada širá, 1953; L’ultimo maggio – Poslední máj, 1955, poi 1961; Monologhi – Monology, 1965). Sarà proprio con la poesia che inizierà la sua carriera di scrittore. Le prime raccolte furono pubblicate quando era ancora un adolescente, grazie al cugino Ludvík, figura poliedrica della cultura ceca.

Milan Kundera nacque il 1º aprile del 1929 a Brno in Cecoslovacchia (l’attuale Repubblica Ceca). Iniziò lo studio della musica ancora bambino, grazie a suo padre Ludvík (1891-1971), direttore dell’Accademia musicale di Brno, la JAMU.

A partire dal 1948, Kundera iniziò gli studi di letteratura, dapprima presso l’Università Carolina di Praga e poi alla Scuola di Cinema, la FAMU, dove si laureò e iniziò a tenere corsi di letterature comparate. Fu proprio nel 1948, ancora studente, che Kundera si iscrisse al Partito comunista, diventandone un punto di riferimento importante. Qui non mancò mai di esprimere le proprie idee, spesso in contrasto con la politica culturale predominante. Queste opposizioni gli costarono una prima espulsione dal partito nel 1950 (con successiva riammissione nel 1956) e quella definitiva nel 1970, quando si espresse apertamente a favore della cosiddetta “Primavera di Praga” del 1968.

L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984)

Le vicende della Primavera di Praga e della conseguente invasione russa del 21 agosto 1968, sono lo sfondo del suo romanzo più famoso: L’insostenibile leggerezza dell’essere. Scritto originariamente in ceco, fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1984. In Italia è uno dei libri più venduti nella storia della casa editrice Adelphi.

Le vicende si svolgono a Praga, nel periodo della “Primavera” quando il leader Alexander Dubček cercò di introdurre una riforma con il cosiddetto “Socialismo dal volto umano”. In questo clima di grande fermento culturale, si snodano le vicende dei quattro personaggi principali. Ci sono Tomáš, chirurgo di fama, la sua compagna fotografa Tereza, la sua amante e pittrice Sabina e Franz, un altro amante di Sabina e professore universitario.

Dal libro venne anche tratto un film del 1988 diretto dallo statunitense Philip Kaufman. Nel cast, compaiono Daniel Day-Lewis che interpreta Tomáš, e Juliette Binoche nel ruolo di Tereza. Gli altri due protagonisti del film sono interpretati da Lena Olin e Derek de Lint.

Il libro del riso e dell’oblio (1979)

Le posizioni di Kundera a proposito della “Primavera di Praga”, gli causarono la rottura definitiva con il Partito Comunista Cecoslovacco. Le sue opere furono proibite in patria.  Nel 1979, a seguito della pubblicazione de Il libro del riso e dell’oblio, gli fu addirittura tolta la cittadinanza cecoslovacca.

Nel frattempo, nel 1975, era immigrato con la moglie Vera Hrabanková in Francia. E fu proprio la Francia a diventare la sua seconda patria, ottenendo la cittadinanza nel 1981, grazie all’interessamento da parte del presidente François Mitterrand.

Dopo la Primavera di Praga e il veto di pubblicazione delle opere in Cecoslovacchia, Kundera cominciò a scrivere in lingua francese. NOn concesse più i diritti di traduzione in lingua ceca. Fino al 2006, quando diede il permesso di pubblicazione del romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” anche in patria.

Martedì la sua vita si è conclusa a Parigi nella propria abitazione, dopo una lunga malattia.

“Lo incuriosiva la strana persistenza del caso, regalava levità a drammi personali e collettivi, ragionava sul senso del romanzo e su quello degli incontri, faceva della lingua un gesto politico” così dice di Milan Kundera lo scrittore Paolo Di Paolo, in un’intervista rilasciata a Rai News.