L’ATTACCO A SEBASTOPOLI

All’alba del 13 settembre una salva missilistica ha colpito la Nave da Sbarco “Minsk” ed il sottomarino lanciamissili “Rostov” della Marina Militare Russa, mentre erano in secco presso un dock di riparazioni nel porto di Sebastopoli. Le foto satellitari uscite nel pomeriggio mostrano ingenti danni alle due imbarcazioni. Sale in questo modo a 16 il numero delle navi da guerra russe affondate o danneggiate dall’inizio del conflitto. Il Ministero della Difesa Ucraino non ha rivelato il tipo di missili usato per l’attacco, ma ha inviato a poche ore dallo strike i propri complimenti agli aviatori ucraini per il  “lavoro compiuto”; il che fa immaginare che siano stati usati missili aviolanciati dai Sukhoi 24 di Kyiv, che normalmente sono missili SCALP o Storm Shadow.

L’operazione potrebbe essere stata più complessa di quanto appaia

Il 7 settembre scorso gli ucraini avevano distrutto un nuovissimo sistema radar “Predel-E” russo posizionato sulla costa del Mar Nero a ovest di Sebastopoli, presso Zaliznyi Port; successivamente c’è stata un’incursione di commandos sulle coste della Crimea che dovrebbe aver colpito un’altra installazione radar posizionata a difesa della Penisola. Insomma è possibile che questi attacchi abbiano accecato i sistemi di rilevamento anti-intrusione aerea dei russi e preparato il colpo sul porto di Sebastopoli. E’ ovvio che l’interesse generale ora è rivolto alle due imbarcazioni colpite, ma è di interesse notare anche i danni al Dock 13, dove esse erano poste all’invaso.

I russi avevano destinato il porto di Sebastopoli alla manutenzione dell’intera flotta del Mar Nero, ora potrebbero trovarsi con serie difficoltà logistiche, certo possono riparare il loro naviglio nel porto di Novorossiysk, sulla costa russa, ma quel bacino è già impegnato nella riparazione della “Olenegorskiy Gornyak”, un’altra nave russa colpita qualche tempo fa. Si apre una questione di ricettività delle strutture di riparazione navale, non sono molti gli invasi attrezzati per accogliere navi da guerra delle dimensioni di quelle danneggiate e questo per il Cremlino potrebbe essere un futuro problema.

LA GUERRA TERRESTRE

“La velocità di arrivo delle riserve del nemico supera o eguaglia il tempo che impieghiamo per sfondare le sue difese”. Questo comunicato della 46°Brigata Ucraina, impegnata sul fronte sud, ci dà una notizia: evidentemente gli ucraini all’offensiva, oltre a non avere aviazione, oltre a non avere una netta superiorità di artiglieria, non hanno neppure la necessaria superiorità numerica rispetto ai difensori. E infatti gli ucraini sono bloccati da giorni davanti alla Linea Surovikin. Il fatto che i russi riescano celermente a portare le loro riserve in prima linea suggerisce poi che la loro logistica funziona bene e non è stata interrotta. In altre zone del fronte l’Esercito Ucraino ha l’iniziativa ed ottiene parziali risultati – in particolare sul fronte est di Bakhmut – ma l’unica cosa che conta ora è lo sfondamento della linea difensiva russa sul fronte sud, che per ora non è alle viste.
I russi dall’inizio della guerra sono migliorati ed hanno saputo adattarsi.

Arrivati davanti alla Linea Surovikin gli ucraini hanno scoperto che i difensori hanno sviluppato una rete di tunnel, che la loro artiglieria da campo non vede; inoltre la capacità russa di tenere le linee difensive è legata anche ad un miglioramento nella quantità e qualità delle loro munizioni circuitanti (i cosiddetti “droni kamikaze”). All’inizio del conflitto i russi sui droni erano in inferiorità, ora dimostrano di averne una grande quantità ed in particolare i loro droni “Lancet” si stanno dimostrando veramente efficaci contro i blindati d’assalto e l’artiglieria ucraina. Per quanto riguarda il futuro delle operazioni un altro fattore di cui tenere conto è che la cosiddetta Linea Surovikin non è stata fatta e messa lì una volta per tutte; in questi tre mesi di offensiva ucraina i russi hanno continuato a scavare trincee, posare mine e costruire bunker nelle retrovie, creando ulteriori nuove fortificazioni di difesa. Quella che attende l’Esercito Ucraino sul fronte sud è una strada tutta in salita.

DIVERGENZE TRA GENERALI

Il Capo degli Stati Maggiori congiunti dell’Esercito degli Stati Uniti, Generale Mark Milley, in una recente intervista ha dichiarato che all’offensiva ucraina rimangono 30/45 giorni prima dell’inevitabile pausa autunnale dovuta alle piogge. Se questa dichiarazione corrispondesse al vero, visto il ritmo lento dell’avanzata ucraina, si potrebbe già azzardare a dire che la controffensiva ucraina dell’estate 2023 otterrà scarsi risultati. Ma al Generale Milley ha risposto – indirettamente ma a stretto giro di posta – il Tenente Generale Kyrylo Budanov, Capo dell’Intelligence Militare dell’Esercito Ucraino, il quale a sua volta ha dichiarato che, visto che purtroppo questa offensiva ricade sulle spalle della fanteria – perché i carri incontrano troppo fuoco nemico – le piogge possono giusto rallentare un poco e rendere più faticosi gli attacchi ucraini, ma non fermeranno l’offensiva in autunno. La questione è se per l’autunno gli ucraini avranno ancora abbastanza proiettili. Vedremo.

Un confronto di immagini satellitari che mostra i gravi danni subiti dalla nave da sbarco di classe Ropucha della Marina russa Minsk e dal sottomarino Rostov-on-Don (B-237) di classe Kilo a Sebastopoli in Crimea. Da Telegram Lion Udler.

 

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