L’Arte della gioia: la serie della Golino e la storia di Giovanni Bagnasco

Un adattamento cinematografico intenso e coinvolgente porta sullo schermo l'intensa storia di Modesta, personaggio nato dalla penna di Goliarda Sapienza.

Giovanni Bagnasco

La serie Sky Original “L’Arte della Gioia”, ha dato la grande occasione a Giovanni Bagnasco. La serie diretta da Valeria Golino, porta sullo schermo l’intensa storia di Modesta, personaggio nato dalla penna di Goliarda Sapienza. Presentata in anteprima mondiale al Festival di Cannes, la fiction ha debuttato nelle sale cinematografiche in due parti durante l’estate scorsa. La serie ha raccolto grande interesse per la sua forza narrativa e il suo messaggio emancipatorio.

La storia di Modesta: un viaggio verso l’autodeterminazione

Ambientata nella Sicilia rurale dei primi del ‘900, “L’Arte della Gioia” segue le vicende di Modesta (Tecla Insolia), un’orfana determinata a sfuggire al destino imposto dalla società e a plasmare la propria vita. Nel suo percorso affronta desiderio, sessualità e le convenzioni di un mondo ostile, sfidando le regole di una società patriarcale per conquistare libertà e autodeterminazione.

Uno dei personaggi più affascinanti della serie è Ippolito, interpretato da Giovanni Bagnasco, un giovane attore che ha trasformato la sua esperienza di vita in una straordinaria opportunità artistica. Ippolito, inizialmente soprannominato “la cosa”, evolve in “principe”, un cambiamento simbolico che riflette la sua crescita e trasformazione personale.

Giovanni Bagnasco: dalla passione al Grande Schermo

Giovanni Bagnasco, 25enne originario di Chianciano Terme, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera il suo percorso artistico e personale. Appassionato di musica e cinema, lavora come giardiniere ma si dedica con entusiasmo ai provini cinematografici. Dopo una comparsa in “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, ha trovato la sua occasione con Valeria Golino, che lo ha scelto per “L’Arte della Gioia”.

Durante il provino, la Golino gli ha detto parole che lo hanno profondamente colpito: “Il personaggio non è stupido, non ha disturbi cognitivi, è solo stato isolato per tanto tempo”. Per Bagnasco, interpretare Ippolito è stata un’esperienza liberatoria, permettendogli di incanalare il suo vissuto e le sue emozioni nel personaggio.

Bagnasco: la sindrome di Treacher Collins

Bagnasco ha parlato apertamente della sua sindrome di Treacher Collins, una rara condizione congenita che colpisce le cartilagini e le ossa del volto. Questa sindrome, anche nota come sindrome di Franceschetti, comporta malformazioni facciali, anomalie agli zigomi e alla mandibola, e in alcuni casi la mancanza dell’orecchio. Nonostante le difficoltà, Bagnasco ha affrontato la sua condizione con determinazione, raccontando come gli sguardi e le domande sul suo aspetto abbiano segnato la sua crescita.

Un percorso di accettazione e crescita

Superare i pregiudizi e imparare ad accettarsi non è stato facile, ma attraverso la musica e il cinema Bagnasco ha trovato un modo per esprimersi e connettersi con gli altri. La sua esperienza con “L’Arte della Gioia” rappresenta un’importante testimonianza di inclusione e resilienza.

La serie di Valeria Golino non solo porta sullo schermo una storia potente e rivoluzionaria, ma dà voce anche a talenti emergenti come Giovanni Bagnasco, dimostrando come il cinema possa essere uno strumento di trasformazione personale e sociale.