La polizia ha le mani legate

Poliziotto dell’antidroga si trova immischiato in una strage di civili. Durante un convegno in un grande albergo esplode una bomba uccidendo alcuni presenti e ferendone altri. L’attentato era solo un errore dei malviventi e l’agente dovrà dipanare una matassa fatta di sospetti e tradimenti nelle alte file delle forze dell’ordine. La polizia ha le mani legate è un film del 1972 diretto da Luciano Ercoli. Esponente del genere poliziottesco riesce a creare un misto tra malinconia e denuncia sociale garantendo un ritmo notevole. Girato in una Milano livida e invernale il film è un ritratto degli anni 70, dove al crimine organizzato si aggiungevano reati di natura politica che miravano a destabilizzare l’ordine pubblico.

La bravura di Ercoli è andare nei meandri della città per raccontare l’umanità coinvolta senza caricare eccessivamente la parte istituzionale dell’intrigo. Senza alcuna pretesa che non sia intrattenere La polizia ha il gran pregio dell’onestà di fattura e di non cadere mai in forzature. Ispirata alla cronaca del tempo (bomba a piazza Fontana) la storia si presenta come un documentario, pur non essendolo, alternando alcuni filmati d’epoca alla trama. Interpretato in maniera efficace da Claudio Cassinelli conta su un ottimo cast di comprimari tra cui Franco Fabrizi .

Da servizi segreti deviati a magistrati poco decisi La polizia rispetta i canoni del genere aggiungendo una buona fotografia e una regia essenziale. Il pregio di questo titolo è di non voler fare alcun proselitismo ma utilizzare elementi storici come pretesto per raccontare la vita comune. Un cinema piacevole che rende omaggio a un regista come Ercoli in grado di trasmettere la passione e garantire intrattenimento. Film dai meriti evidenti ha il coraggio di presentare il poliziotto come un essere normale coinvolto per caso in qualcosa più grande di lui.