Il primato del Myanmar nella produzione di oppio

Myanmar oppio

Il Myanmar ha recentemente superato l’Afghanistan diventando il primo produttore mondiale di oppio, un traguardo che segna un preoccupante incremento della produzione di droghe illecite. La situazione non sembra destinata a migliorare, poiché la criminalità organizzata, il narcotraffico e l’instabilità politica contribuiscono a mantenere viva e prospera questa attività illecita.

Myanmar: il “Golden Triangle” e l’oppio

Il “Golden Triangle”, una regione montuosa che si estende tra Myanmar, Laos e Thailandia, è storicamente conosciuta come una delle principali aree di produzione di oppiacei. A partire dagli anni ’50, questa zona ha visto nascere una fiorente industria legata al narcotraffico. Proliferando perché favorita dalla difficoltà di accesso al territorio e dalla presenza di conflitti prolungati. Le coltivazioni di oppio e la produzione di eroina sono state a lungo gestite da gruppi criminali locali, ma anche da entità statali che si sono messe in affari con il traffico di droga, in un contesto di instabilità e corruzione.

I dati del rapporto dell’UNODC: una crescita preoccupante

Nel 2023, secondo un rapporto dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), il Myanmar ha visto crescere del 18% la superficie destinata alla coltivazione di oppio, superando l’Afghanistan in termini di produzione. A questo si aggiunge un incremento della resa media dell’oppio del 16%. Questo grazie all’adozione di tecniche agricole più avanzate e a un maggiore investimento in irrigazione e fertilizzanti. Per molti agricoltori birmani, l’oppio è diventato l’unico mezzo di sussistenza. Anche perché non esistono alternative altrettanto vantaggiose, e la debolezza dello Stato di diritto consente la produzione senza particolari ostacoli. La situazione è stata aggravata dal colpo di Stato del 2021, che ha spinto molti cittadini a rifugiarsi nelle zone rurali, spingendo ancor di più verso la coltivazione di oppio come unica via di guadagno.

L’Afghanistan e la crescita dell’oppio del Myanmar

In questo scenario, l’Afghanistan, una volta principale concorrente nel mercato globale di oppio, ha visto crollare drasticamente la propria produzione a causa del divieto imposto dai talebani. Sebbene il divieto non possa eliminare completamente la coltivazione di oppio, ha di fatto offerto al Myanmar un notevole vantaggio, consolidando la sua posizione di leadership.

Conseguenze sul narcotraffico e la criminalità regionale

Questa situazione sta alimentando un’escalation della criminalità organizzata e del narcotraffico non solo a livello regionale, ma anche globale. La continua crisi politica ed economica in Myanmar, lascia presagire un futuro ancora più incerto. Anche perché combinata con l’incapacità del governo di proporre soluzioni alternative per i contadini. Finché non verranno individuate soluzioni efficaci per ridurre la dipendenza dal narcotraffico e migliorare le condizioni di vita delle persone, il Myanmar rimarrà un punto nevralgico per la produzione di oppio. Una produzione che sta alimentando un circolo vizioso di criminalità e insicurezza.