
Appena approdata su Netflix l’11 aprile, la serie spagnola Il Giardiniere è riuscita nell’impresa di scalzare dalla vetta titoli blasonati come Black Mirror (al suo ritorno con la settima stagione), Adolescence e il talent Nuova Scena. Un debutto fulmineo, che ha sollevato una domanda inevitabile: cosa rende questa serie così irresistibile agli occhi del pubblico?
Un protagonista senza emozioni… almeno all’inizio
La forza trainante del racconto è senza dubbio Elmer, un giovane che, dopo un grave incidente, perde la capacità di provare emozioni. Vive in un vivaio assieme alla madre, un’ex attrice segnata da un tragico passato. Ma dietro la vita apparentemente tranquilla si cela un’attività criminale: Elmer è un sicario che, con freddezza chirurgica, elimina vittime su commissione. La mente dietro tutto? Sua madre.
L’equilibrio si spezza quando, per la prima volta da anni, Elmer inizia a provare qualcosa. Proprio verso una delle sue vittime designate. Da qui nasce un conflitto che scuote l’intero impianto narrativo della serie.
Thriller, crime e romanticismo: un mix che attira
Il successo de Il Giardiniere può essere attribuito a una combinazione vincente di generi e tematiche: non solo thriller, ma anche crime, dramma familiare e persino commedia romantica. Questo ibrido narrativo riesce a intercettare pubblici diversi, unendo la suspense alla tensione sentimentale.
Il focus sulle emozioni represse, sull’apatia giovanile e sul legame morboso tra madre e figlio ha ricordato ad alcuni spettatori la serie Anime False, altro cult della piattaforma. L’idea di un killer incapace di sentire – fino all’arrivo dell’amore – richiama icone come Dexter o YOU, con un taglio più malinconico e riflessivo.
Il Giardiniere: una storia d’amore nel posto sbagliato
La dinamica tra Elmer e Violeta, la ragazza che dovrebbe eliminare ma finisce per amare, introduce un elemento romantico centrale. Questo contrasto tra l’amore e la morte si fa motore della trama e attira anche chi cerca qualcosa di più emozionale in un thriller.
La madre di Elmer, cinica e manipolatrice, rappresenta il vero antagonista: è lei a sfruttare il figlio per costruire un impero criminale col sogno di trasferirsi in Messico. Ma l’amore rischia di mandare tutto all’aria.
Álvaro Rico: il volto che trascina
L’interprete principale, Álvaro Rico, è uno dei volti più noti del panorama seriale spagnolo grazie al suo ruolo in Élite. Nato nel 1996 in provincia di Toledo, Rico ha alle spalle una formazione teatrale e una carriera solida, tra cui spiccano Alba, Sagrada Familia e Velvet Colección. Il suo nome è sicuramente uno dei motivi dell’hype attorno alla serie.
Emozioni, crimini e colpi di scena… ma a che prezzo?
Sebbene la serie faccia presa su un pubblico in cerca di ritmo e adrenalina, Il Giardiniere non è esente da critiche. Dopo i primi episodi, la narrazione mostra alcune crepe: i personaggi risultano poco sviluppati, le sottotrame si accumulano senza trovare risoluzione, e molti spunti vengono abbandonati.
Il thriller scorre veloce, ma manca di profondità. È perfetto per chi cerca intrattenimento veloce e coinvolgente, ma non soddisfa chi vuole una narrazione solida, coerente e ben strutturata.
Promosso o bocciato?
In conclusione, Il Giardiniere è una serie che funziona perché tocca i temi giusti: famiglia, amore, moralità, emozioni negate. Ma sotto la superficie scintillante di un vivaio inquietante e omicidi ben orchestrati, manca quell’anima che fa davvero la differenza.
Per chi ama il binge-watching adrenalinico, è un titolo da non perdere. Per chi cerca qualità più che quantità, forse è meglio guardare altrove.