Pedro Sánchez pensa alle dimissioni

Pedro Sánchez

Pedro Sánchez, presidente del Governo spagnolo, ha cancellato la sua agenda fino al 29 aprile per decidere se continuare a guidare l’Esecutivo spagnolo o lasciarlo. L’annuncio è stato dato attraverso una ‘Lettera ai Cittadini’ pubblicata sul proprio profilo ufficiale sul social network X.

La lettera di Pedro Sánchez

Madrid, 24 aprile 2024

Lettera al pubblico:

Non è mia abitudine rivolgermi a voi attraverso una lettera. Tuttavia, la gravità degli attacchi che io e mia moglie stiamo ricevendo e la necessità di dare una risposta pacata mi fanno pensare che questo sia il modo migliore per esprimere la mia opinione. Vi ringrazio, quindi, per aver dedicato del tempo alla lettura di queste righe.

Come forse già saprete, e in caso contrario vi informo, un tribunale di Madrid ha aperto un procedimento preliminare contro mia moglie, Begoña Gómez, su richiesta di un’organizzazione di estrema destra chiamata Manos Limpias, per indagare su presunti reati di traffico di influenza e corruzione nel business.

A quanto pare, il giudice chiamerà a testimoniare i responsabili di due giornali digitali che hanno pubblicato sull’argomento. Secondo me sono media con un marcato orientamento di destra e di estrema destra. Logicamente, Begoña difenderà la sua onorabilità e collaborerà con la Giustizia in tutto ciò che è necessario per chiarire fatti tanto scandalosi in apparenza quanto inesistenti.

La denuncia di Manos Limpias si basa infatti su presunte informazioni provenienti da quella costellazione di giornali ultraconservatori di cui sopra. Sottolineo la presunta informazione perché, dopo la sua pubblicazione, abbiamo negato le falsità espresse mentre Begoña ha intrapreso azioni legali affinché queste stesse società digitali rettifichino quelle che, secondo noi, sono informazioni false.

Questa strategia di persecuzione e demolizione va avanti da mesi. Pertanto, non sono sorpreso dall’esagerazione del signor Feijóo e del signor Abascal. In questo oltraggio tanto grave quanto cruento, sono ​​coinvolti collaboratori di una galassia digitale di estrema destra e l’organizzazione Manos Limpias. Infatti è stato il signor Feijóo a denunciare il caso all’Ufficio Conflitto di Interessi chiedendomi l’interdizione dai pubblici uffici per 5-10 anni.

La denuncia è stata presentata due volte da questo organismo, i cui funzionari sono stati successivamente sminuiti dai dirigenti del PP e di Vox. Poi hanno sfruttato la loro maggioranza conservatrice al Senato, promuovendo una commissione d’inchiesta per, come dicono, chiarire i fatti legati a questa vicenda. Come è logico è mancata la giurisprudenza del caso. È il passo che hanno appena compiuto.

Si tratta insomma di un’operazione di vessazione e demolizione via terra, mare e aria, per cercare di indebolirmi politicamente e personalmente aggredendo mia moglie.

Non sono ingenuo. So che denunciano Begoña non perché abbia fatto qualcosa di illegale, sanno che non c’è nessun caso, ma perché è mia moglie. Come sono anche pienamente consapevole che gli attacchi che subisco non sono contro di me ma contro ciò che rappresento: un’opzione politica progressista, sostenuta elezione dopo elezione da milioni di spagnoli, basata sul progresso economico, sulla giustizia sociale e sulla rigenerazione democratica.

Questa lotta è iniziata anni fa. In primo luogo, con la difesa dell’autonomia politica dell’organizzazione che meglio rappresenta la Spagna progressista, il Partito Socialista. Lotta che abbiamo vinto. In secondo luogo, dopo la mozione di censura e le successive vittorie elettorali del 2019, il continuo tentativo di delegittimare la coalizione di governo progressista al grido ignominioso di “que te vote Txapote (membro della banda terroristica ETA)”. Nemmeno loro sarebbero riusciti a spezzarci.

L’ultimo episodio sono state le elezioni generali del 23 luglio 2023. Il popolo spagnolo ha votato a stragrande maggioranza per il progresso, consentendo la ristampa di un Governo di coalizione progressista, contro il Governo di coalizione di Feijóo e Abascal che avevano previsto i media conservatori e i dati demografici batterie.

La democrazia ha parlato, ma la destra e l’estrema destra, ancora una volta, non hanno accettato il risultato elettorale. Erano consapevoli che l’attacco politico non sarebbe stato sufficiente e ora hanno oltrepassato il limite del rispetto della vita familiare di un Presidente del Governo e dell’attacco alla sua vita personale.

Senza alcun imbarazzo, i signori Feijóo e Abascal, e gli interessi che li muovono, hanno lanciato quella che il grande scrittore italiano Umberto Eco chiamava “la macchina del fango”. Cercare cioè di disumanizzare e delegittimare l’avversario politico attraverso accuse tanto scandalose quanto false.

Questa è la mia lettura della situazione che sta vivendo il nostro amato Paese: una coalizione di interessi di destra e di estrema destra che non tollerano la realtà della Spagna, che non accettano il verdetto delle urne e che sono disposti a diffondere fango per: in primo luogo, coprire i loro evidenti scandali di corruzione e la loro inerzia nei loro confronti; in secondo luogo, nascondere la totale assenza di un progetto politico al di là dell’insulto e della disinformazione; e terzo, utilizzare tutti i mezzi a propria disposizione per distruggere personalmente e politicamente l’avversario politico. Si tratta di una coalizione di interessi di destra e di ultradestra che si estende in tutte le principali democrazie occidentali e alla quale, lo garantisco, risponderò sempre con la ragione, la verità e l’educazione.

A questo punto la domanda che legittimamente mi pongo è: ne vale la pena? Sinceramente non lo so. Questo attacco non ha precedenti, è così grave e meschino che ho bisogno di fermarmi e riflettere con mia moglie. Molte volte dimentichiamo che dietro i politici ci sono le persone. E io, non mi vergogno di dirlo, sono un uomo profondamente innamorato di mia moglie che vive impotente con il fango che le viene sparso addosso giorno dopo giorno.

Ho bisogno di fermarmi e riflettere. Ho urgentemente bisogno di rispondere alla domanda se ne valga la pena, nonostante il fango in cui la destra e l’estrema destra cercano di trasformare la politica. Se dovrei continuare a guidare il governo o dimettermi da questo alto onore. Nonostante la caricatura che la destra e l’estrema destra in politica e nei media hanno cercato di fare di me, non sono mai stato attaccato a questa posizione. Sì, ce l’ho nel dovere, nell’impegno politico e nel servizio pubblico. Non vado per posizioni, affermo la legittimità di quelle alte responsabilità per trasformare e far avanzare il Paese che amo.

Tutto questo mi porta a dirvi che continuerò a lavorare, ma che cancellerò per qualche giorno la mia agenda pubblica per poter riflettere e decidere quale strada intraprendere. Lunedì prossimo, 29 aprile, mi presenterò davanti ai media e annuncerò la mia decisione.