Gli aggiornamenti dalla Guerra in Ucraina

La settimana si chiude con poche novità riguardanti le conquiste territoriali ucraine. Piccoli avanzamenti e consolidamenti delle loro posizioni ci sono pur stati sia sul fronte sud (Oblast di Zaporizhzhia e di Donetsk) che sul fronte est di Bakhmut, ma sembrerebbe che in questa fase le truppe ucraine siano maggiormente proiettate ad usurare le difese dell’esercito russo. Soffermiamoci dunque su questo aspetto dei combattimenti.

L’artiglieria

Una luce sulle operazioni di usura condotte dagli ucraini ci è giunta, circa un mese fa, dalle dichiarazioni del Comandante della 58° Divisione russa, Ivan Popov. Questi comandava le truppe che difendono l’area del fronte sud dove si stanno sviluppando i maggiori attacchi ucraini ed improvvisamente è stato rimosso. Dopo la rimozione (avvenuta, secondo lui, per aver “parlato in modo brutale ed onesto” a quello che ha definito “il più alto livello” nella catena di comando), Popov ha prodotto un video destinato esclusivamente ai suoi soldati, ma un parlamentare russo lo ha invece reso pubblico.

Proprio perché “rubate” a quello che doveva essere un dialogo totalmente interno alle forze armate, le dichiarazioni di Popov ci danno dunque uno spaccato probabilmente veritiero di quella che è l’azione di usura che i russi si trovano a subire e delle loro carenze. Sentiamo le sue parole: “Ho portato l’attenzione (degli Alti Comandi) sulla principale tragedia dell’attuale guerra: l’assenza del fuoco di controbatteria, l’assenza di stazioni radar e di capacità di riconoscimento dell’artiglieria. E sulla morte ed il ferimento in massa dei nostri fratelli in battaglia a causa dell’artiglieria nemica”.

I dati sulle perdite russe che ci giungono da svariate fonti aperte concordano su un dato: le perdite di pezzi di artiglieria russa sono aumentati esponenzialmente da quando l’Ucraina è passata all’offensiva. Testimonianze russe che giungono dal fronte descrivono attacchi ucraini, composti da pochi uomini, che sono indirizzati non a sfondare le linee di difesa russe, ma all’ingrato compito di fare entrare in azione l’artiglieria russa; nel momento in cui l’artiglieria russa esce, per così dire, “allo scoperto”, e comincia a colpire i fanti ucraini in avanzamento, il fuoco di controbatteria ucraino inizia a distruggere obici, mortai e lanciamissili nemici. Per contro, sempre dai campi di battaglia, molte voci di combattenti russi riecheggiano le parole del Generale Popov: l’esercito russo non è in grado di effettuare un fuoco di controbatteria decente; alcuni soldati russi testimoniano di venire colpiti per ore dall’artiglieria ucraina che, indisturbata, rimane immobile sulle stesse piazzole proprio perché non viene investita dal fuoco di controbatteria russo.Se questa è la situazione sul terreno, allora si segnalano due effetti: il primo è che la Russia perde potenza in quell’artiglieria che, da sempre, i russi usano in grandi quantità sia quando attaccano che quando difendono; il secondo effetto, risultante dalla loro incapacità di tener testa ai cannoneggiamenti nemici, rende la difesa russa costosissima, annullando il tradizionale vantaggio in termini di perdite che di solito ha chi difende rispetto a chi attacca.

La logistica

Nella sua dichiarazione alle truppe, il Generale Ivan Popov riporta di aver menzionato nelle sue lamentele “i problemi di logistica”, senza entrare più approfonditamente nel merito. Per quanto sappiamo, ci giungono quotidianamente immagini di depositi di carburanti russi colpiti nelle retrovie, in luoghi anche molto distanti dalla prima linea. Si noti bene, chi cerca un minimo di riscontro alle notizie che giungono dal teatro delle operazioni deve necessariamente fare riferimento alle immagini geolocalizzate; ma non tutto quello che accade sul fronte viene geolocalizzato. Quindi ciò di cui si viene a conoscenza non è che una percentuale (probabilmente bassa) di quello che accade nella realtà. Una buona prova delle difficoltà logistiche russe sono le immagini dei distributori di benzina chiusi nella Penisola di Crimea, così come l’innalzamento notevole dei prezzi della benzina nella Repubblica Popolare secessionista del Donetsk. Un’indagine sull’approvvigionamento di carburanti nel Donetsk occupato ha mostrato come gli acquisti avvengano sul mercato di San Pietroburgo con il metodo “spot”, cioè a fornitura immediata; questi acquisti sono i più costosi in assoluto e normalmente vengono effettuati quando non si hanno strutture per immagazzinare le merci. Potrebbe essere un segnale che molti depositi di carburanti in quell’area sono stati distrutti o degradati.

Colpire lontano

Un drone marino, cioè un’apparecchiatura relativamente poco costosa, ha attraversato il Mar Nero, percorrendo alcune centinaia di miglia marittime, per andare a colpire una costosissima nave da sbarco della classe (codice NATO) “Ropucha” nel porto russo di Novorossiysk, mentre scriviamo giunge notizia di una nave petroliera russa colpita da un altro drone navale nella lontana area del Ponte di Kerch. Le azioni a lunga distanza ucraine si moltiplicano. L’acquisizione di armi a lunga gittata ha creato una situazione per la quale ormai non c’è più luogo sicuro per i russi in Ucraina; ora la truppe del Cremlino hanno la necessità di dover disperdere sul territorio i grandi depositi, arsenali, aree di stazionamento mezzi che prima potevano creare perché non erano aggiungibili dalle armi nemiche. Ma effettuare questa dispersione incide direttamente sulla rapidità di approvvigionamento delle truppe in prima linea. L’uso sempre più limitato dei trasporti ferroviari, visti i danni subiti sulle linee ferrate, complica ulteriormente il quadro. Per un altro verso, le azioni sempre più frequenti sul territorio russo portano la guerra ed i suoi pericoli vicino alle case dei cittadini russi, con tutto ciò che ne consegue. La chat degli impiegati che lavorano nelle torri del centro direzionale di Mosca colpito due volte di seguito dai droni riporta alcune reazioni di profonda inquietudine.

Le riserve

In una guerra di attrito le riserve sono fondamentali. Non è immaginabile che due eserciti possano coprire uniformemente un fronte così esteso come quello ucraino. Se si crea una falla nel fronte le riserve devono essere pronte ad intervenire per chiuderla. Entrambi i contendenti operano per distrarre le riserve avversarie dal loro ruolo di copertura. L’azione di attacco ucraina a sud di Bakhmut ha distratto riserve russe che sono state precipitosamente inviate nella zona; allo stesso modo gli attacchi russi sull’asse Svatove-Kreminna – fronte di nord-est – hanno, a parti invertite, lo stesso scopo.
Però è stato osservato da un folto numero di analisti militari che i russi in questo momento hanno un numero scarso di riserve. Oltre a creare un pericolo in caso di sfondamento del fronte, la scarsità di riserve significa anche che le truppe in prima linea non possono essere ruotate e non usufruiscono di periodi riposo, rischiando di esaurirsi fisicamente. Nelle chat dei militari russi è frequente incontrare improperi contro la macanza di mobilitazione di massa da parte del Cremlino.

Putin continua a rimandare la mobilitazione di massa

il budget di spesa del Cremlino per la difesa è raddoppiato rispetto a quanto era stato preventivato a inizio d’anno ed ora rappresenta un terzo di tutte le uscite del bilancio russo (con effetti sull’economia quotidiana che non tarderanno a farsi sentire); le fabbriche di armi russe assumono migliaia di operai, in alcuni casi quasi raddoppiando le maestranze, ma la renitenza a promuovere una nuova mobilitazione appare invece evidente e stride con le necessità belliche. Chissà, forse Putin ricorda i pullman delle madri russe che – durante la prima Guerra Cecena – andavano a prendersi i figli, letteralmente, alle porte di Grozny, convincendoli a disertare; forse ricorda che fu appunto la disastrosa guerra in Cecenia che distrusse in modo definitivo la fiducia dei russi in Eltsin; chissà, forse teme che questo fatto possa ripetersi.

In conclusione. Le difficoltà che l’attuale guerra di attrito sta portando nel campo russo, e che qui sono state sommariamente indicate, potrebbero portare ad un indebolimento significativo del suo fronte di difesa, per il quale l’esercito ucraino potrà in futuro essere in grado di eseguire una manovra intensa di sfondamento in uno o più punti. Non c’è dicotomia tra “guerra di attrito” e “guerra di manovra”, non è dato il fatto che se si sceglie di condurre la prima si esclude la seconda: la guerra di attrito, se condotta con successo, può, a volte anche rapidamente, trasformarsi in guerra di manovra.
Ovviamente, non è scritto da nessuna parte che gli ucraini riusciranno a far questo; i russi rimangono un nemico letale e pericoloso ed anche gli ucraini hanno le loro difficoltà, e non sono piccole. Solo il tempo potrà indicarci i futuri esiti dello scontro.

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