
Finasteride è un principio attivo largamente impiegato per il trattamento dell’alopecia androgenetica e dell’iperplasia prostatica benigna. Tuttavia, cresce l’allarme intorno agli effetti avversi a lungo termine associati al suo uso. In particolare, viene riconosciuta una sindrome post-trattamento nota come Post-Finasteride Syndrome (PFS), caratterizzata da sintomi che vanno oltre l’ambito fisico per includere anche disturbi neurologici e sessuali.
Che cos’è la sindrome post-finasteride?
Secondo il professor Roberto Cosimo Melcangi dell’Università degli Studi di Milano, la PFS può includere tre principali gruppi di sintomi:
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Sessuali: calo della libido, disfunzione erettile, eiaculazione alterata e ridotta sensibilità genitale.
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Neurologici: stati ansiosi, depressione, irritabilità, deficit cognitivi come “annebbiamento mentale” e disturbi del sonno.
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Fisici: stanchezza cronica, dolori muscolari e articolari, ginecomastia e problemi urinari.
Il professor Melcangi ha inoltre evidenziato un aumento preoccupante dei casi di suicidio tra giovani uomini che hanno sviluppato la PFS, un fenomeno che ha acceso l’attenzione delle autorità sanitarie.
L’intervento dell’EMA sul Finasteride: nuovi avvertimenti e strategie
Recentemente, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha condotto una revisione dei dati relativi a finasteride e dutasteride. Il Comitato di farmacovigilanza (PRAC) ha confermato la possibilità che la finasteride, in particolare nella formulazione da 1 mg utilizzata per contrastare la caduta dei capelli, possa essere associata a pensieri suicidari. Sebbene la frequenza esatta di questo effetto collaterale non sia quantificabile, l’EMA ha stabilito che i benefici terapeutici dei farmaci restano superiori ai rischi.
Misure per la tutela dei pazienti
Tra le nuove disposizioni comunicate dall’EMA:
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Rafforzamento delle avvertenze nelle schede tecniche dei farmaci.
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Obbligo di interrompere l’assunzione di finasteride 1 mg in caso di alterazioni dell’umore.
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Inserimento di schede informative per i pazienti all’interno delle confezioni, con indicazioni sui possibili sintomi e sulla necessità di contattare il medico.
La maggior parte dei casi di ideazione suicidaria si è verificata proprio nei pazienti in cura per alopecia androgenetica, a suggerire un collegamento tra disturbi sessuali indotti dal farmaco e conseguenti crisi psicologiche.
Dutasteride e formulazioni topiche: il punto della situazione
Sebbene per dutasteride non sia stato accertato un legame diretto con pensieri suicidari, l’EMA ha scelto un approccio prudenziale: le avvertenze sui cambiamenti dell’umore saranno inserite anche nei fogli illustrativi di questo farmaco, poiché agisce con un meccanismo simile a quello della finasteride.
Per quanto riguarda gli spray topici a base di finasteride, utilizzati per uso cutaneo contro la caduta dei capelli, non sono emerse evidenze di rischio tali da giustificare modifiche alle informazioni attualmente in vigore.
Il caso finasteride conferma quanto sia essenziale una farmacovigilanza attiva e una comunicazione trasparente con i pazienti. L’EMA raccomanda a chi assume finasteride o dutasteride di prestare particolare attenzione ai cambiamenti dell’umore o della sfera sessuale, e di riferire prontamente qualsiasi sintomo sospetto al proprio medico curante.