
Negli Stati Uniti è stato confermato un raro caso di infezione da verme a vite del Nuovo Mondo (New World screwworm), un parassita noto per la sua capacità di divorare tessuti vivi negli animali a sangue caldo, uomo compreso.
La diagnosi, riscontrata il 4 agosto, riguarda un paziente proveniente da El Salvador e residente temporaneamente nel Maryland. A darne notizia è stato Andrew Nixon, portavoce del Dipartimento della salute e dei servizi umani.
Le autorità sanitarie hanno precisato che la persona colpita è guarita e non ha trasmesso l’infezione ad altri individui o animali.
Perché il caso del verme mangia carne preoccupa le autorità
Il singolo episodio non rappresenta un’emergenza immediata per la salute pubblica negli Stati Uniti, ma desta attenzione per il potenziale rischio di diffusione.
Recenti focolai del parassita sono stati infatti documentati in America Centrale e Messico, zone da cui spesso hanno origine i casi che raggiungono il Nord America.
A livello economico, una nuova diffusione negli allevamenti statunitensi avrebbe un impatto devastante sul settore bovino, da decenni protetto da strategie di eradicazione. Per questo motivo, sono già in corso piani straordinari di prevenzione.
Cos’è il verme a vite del Nuovo Mondo
Il verme mangia-carne (Cochliomyia hominivorax) è la larva di una mosca che depone le uova direttamente nelle ferite di un mammifero.
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Le uova si schiudono in circa 12 ore, rilasciando larve che si insinuano nei tessuti vivi.
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L’infezione provoca dolore, distruzione dei tessuti e un odore intenso che attira altri insetti.
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Ogni mosca femmina può deporre centinaia di uova in una singola volta.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), non esiste una cura farmacologica specifica: la rimozione tempestiva delle larve e la disinfezione della ferita sono fondamentali per evitare complicazioni.
Trattamenti e prevenzione
Per gli esseri umani, il percorso prevede cure mediche immediate in pronto soccorso o dal medico di base.
Negli animali, invece, la procedura è più complessa: il veterinario deve estrarre manualmente le larve, disinfettare la ferita, eliminare il tessuto necrotico e suturare la zona colpita. In genere, non è necessario l’uso di antibiotici.
Gli esperti ricordano che il parassita non è contagioso da persona a persona. Il rischio maggiore riguarda viaggiatori che soggiornano in aree tropicali o subtropicali, dove il parassita è endemico.
Le contromisure negli Stati Uniti
Il Dipartimento dell’Agricoltura e le autorità federali hanno annunciato nuove strategie di contenimento. Tra queste, un impianto da 8,5 milioni di dollari nel sud del Texas dedicato alla produzione di mosche sterili.
La tecnica prevede il rilascio massiccio di mosche incapaci di riprodursi: una misura biologica che, negli anni, ha già permesso di ridurre drasticamente la presenza del parassita sul suolo statunitense.
Secondo Phillip Kaufman, direttore del Dipartimento di entomologia della Texas A&M University, “abbiamo sconfitto il verme mangia-carne una volta, e lo sconfiggeremo ancora”.
L’appello agli allevatori e ai veterinari
La American Veterinary Medical Association invita allevatori e operatori del settore a monitorare attentamente gli animali, in particolare:
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bovini che hanno partorito da poco,
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capi con ferite aperte,
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animali sottoposti a chirurgia o a pratiche come la marchiatura.
La rapidità nell’individuare i segni di infestazione resta il fattore decisivo per proteggere non solo i singoli animali, ma l’intera industria zootecnica statunitense.