Il caso Denisa Adas: giallo a Prato tra rapimento, silenzi e ombre

Un’avvocatessa ossessionata, una madre indagata e una trentenne scomparsa nel nulla. La Procura indaga su uno scenario sempre più torbido: non si esclude il sequestro a fini di sfruttamento sessuale.

Maria Denisa Adas

Maria Denisa Adas, 30 anni, cittadina romena e escort di professione, è scomparsa nel nulla la sera del 15 maggio 2025. Arrivata da pochi giorni a Prato, alloggiava in un residence in via Ferrucci e si sarebbe dovuta spostare a Bologna. Ma da quella sera non ha più dato notizie di sé. Le autorità hanno confermato che il suo ultimo contatto telefonico risale alle 23.30 di quel giovedì, quando ha parlato con sua madre. Poi, il silenzio.

Una testimonianza agghiacciante e l’ombra di un avvocato

A scuotere le indagini è stata la deposizione di un’amica della ragazza, ascoltata in Procura. Le sue parole sono drammatiche: “È stata rapita e seviziata, le hanno rotto i denti. Un avvocato italiano lo ha ordinato perché non accetta il rifiuto”. Secondo questa testimonianza, ritenuta attendibile, sarebbe stata la stessa madre di Denisa – Maria Cristina Paun, 49 anni – a riferirle quei dettagli. La donna è ora formalmente indagata per aver fornito false informazioni al pubblico ministero.

La figura dell’avvocato indicato come presunto mandante del sequestro diventa centrale. Si tratterebbe di un ex cliente di Denisa, descritto come ossessionato da lei, incapace di accettare la fine del rapporto. L’uomo avrebbe anche comunicato con la madre della ragazza tramite un numero di cellulare alternativo, fatto che ha spinto i carabinieri a perquisire l’abitazione della donna a Roma per sequestrare i dispositivi usati.

Denisa Adas: sequestro a scopo sessuale? Le nuove piste

La direzione delle indagini, coordinate dalla Procura di Prato guidata da Luca Tescaroli, sembra ormai allontanarsi dalla pista dell’omicidio. Prende invece corpo l’ipotesi di un rapimento a scopo di sfruttamento sessuale. Secondo il racconto della madre, confermato da altri dettagli investigativi, l’avvocato avrebbe detto che Denisa è viva ma trattenuta da un gruppo di romeni coinvolti nel giro della prostituzione. In cambio della sua liberazione, avrebbe proposto assistenza legale gratuita ai sequestratori. Tuttavia, l’amica ascoltata in Procura, non crede all’esistenza di una vera banda. Sospetta che l’intero piano sia stato orchestrato dallo stesso avvocato.

“Se mi vede, mi ammazza”: il terrore di Denisa Adas per quell’uomo

Alcune chat e telefonate intercettate sembrano confermare i timori che Denisa nutriva verso quest’uomo. In una conversazione, la giovane dice chiaramente: “Se mi vede, mi ammazza”. Un testimone avrebbe anche riferito di averla vista discutere animatamente con un uomo alto e corpulento, la cui descrizione combacia con quella dell’avvocato sospettato. Un profilo che rafforza l’idea dell’ossessione, della gelosia e della violenza come movente del rapimento.

Una scena piena di contraddizioni

La camera del residence in cui alloggiava Denisa non presenta segni evidenti di violenza. Eppure, alcuni particolari inquietano gli inquirenti: le scarpe della ragazza erano state lanciate sopra l’armadio, a un’altezza a cui lei non poteva arrivare. Oggetti personali come il rossetto e lo spazzolino da denti sono rimasti nella stanza, mentre la valigia e la borsa sono spariti con lei. Le chiavi dell’appartamento erano rimaste inserite nella serratura interna, un dettaglio che potrebbe indicare una fuga improvvisa o una costrizione.

Clienti, telecamere e tracce: ricostruzione di una sera fatale

La sera della scomparsa Denisa avrebbe incontrato almeno due clienti. Il primo è stato identificato e sentito; il secondo è stato ripreso da alcune telecamere mentre si allontanava da solo. Nel residence non ci sono telecamere, ma la zona è monitorata da quelle dei negozi. Nessuna ha ripreso la ragazza in uscita. È possibile che sia stata costretta a uscire da un’uscita secondaria o che sia stata prelevata con l’inganno.

Le indagini si allargano a tre città

I carabinieri di Prato lavorano fianco a fianco con i colleghi di Firenze e Roma per ricostruire gli ultimi movimenti di Denisa. Ogni dettaglio viene passato al setaccio: impronte, tracce biologiche sull’auto, oggetti rimasti nella stanza. Nessuna pista è esclusa, dal sequestro a scopo intimidatorio fino al coinvolgimento in reti criminali legate alla prostituzione.

Una madre nel mirino, ma ancora senza risposte

Maria Cristina Paun è stata interrogata a lungo in Procura. Ha dichiarato che la figlia era tranquilla durante l’ultima telefonata e che non aveva ricevuto minacce evidenti. Tuttavia, il suo comportamento solleva interrogativi. Perché avrebbe mentito o omesso particolari? Ha davvero cercato di “mediare” con l’uomo sospettato? E perché, come sostiene l’amica, avrebbe nascosto informazioni cruciali agli inquirenti?

Il caso di Maria Denisa Adas è oggi uno dei più oscuri e intricati dell’anno. Una donna scomparsa nel nulla, un professionista ossessionato, una madre coinvolta e un’amica che rompe il silenzio con parole sconvolgenti. Mentre le ricerche proseguono, il mistero si infittisce e le speranze di ritrovare viva Denisa si intrecciano a scenari di dolore e sfruttamento. La verità, per ora, è ancora sepolta sotto un groviglio di bugie, paura e silenzi.