
Ci siamo, Rino Gattuso è diventato oggi, di fatto, il nuovo c.t. della Nazionale italiana. Sia chiaro: auguriamo ogni bene al popolare “Ringhio”, a partire dalla, al momento attuale alquanto problematica, qualificazione ai prossimi Mondiali. Ma proprio perché nutriamo profondo rispetto per Gattuso, vorremmo metterlo in guardia.
Un mea culpa che non arriva mai…
Metterlo in guardia, sì. Da una Federazione che, guidata dal “Lidèr Maximo” Gabriele Gravina, già prima del burrascoso divorzio con il Commissario tecnico Roberto Mancini, le sta sbagliando tutte, ma proprio tutte. A cominciare dalla scelta di Gianluigi Buffon per colmare il vuoto lasciato da Gianluca Vialli come dirigente accompagnatore (e motivatore) della squadra. L’attaccamento all’azzurro di Buffon è fuori discussione. Come lo era del resto l’amicizia fraterna che legava il tecnico jesino a Vialli. Meglio sarebbe stato lasciare quel ruolo vacante fino al termine del mandato di Mancini, per delicatezza e rispetto per la prematura scomparsa del grande e compianto Gianluca. Mancini ha vissuto male l’arrivo di Buffon e, complice la mancata qualificazione ai mondiali in Qatar (la seconda consecutiva per la Nazionale Azzurra) ha cominciato a farsi tentare dalle offerte provenienti dall’Arabia, per poi andarsene sbattendo la porta proprio alla vigilia di Euro 2024.
Europei 2024: l’apocalisse
E veniamo appunto ai disastrosi Europei dello scorso anno: rimasto senza c.t. poco prima dell’inizio della competizione che ci vedeva ai nastri di partenza come campioni in carica, Gravina, che si era ben guardato dal dimettersi o dal non ripresentarsi alle successive elezioni federali, per la sostituzione del Mancio ha pensato di affidarsi al tecnico più famoso disponibile sulla piazza: Spalletti. Che era però ancora vincolato contrattualmente con la sua ultima società, il Napoli. Da qui il “gentlemen agreement” con la società partenopea che ha consentito all’allenatore toscano di liberarsi e di sedersi sulla panchina azzurra. Spalletti c.t. dunque, non sapendo però di ritrovarsi tra le mani una squadra spompata, demotivata, e prosciugata oltre che nei muscoli anche nell’orgoglio, da una stagione lunghissima e massacrante con le rispettive squadre di club.
Una Nazionale senza cuore e senza gioco
“Graziati” dall’Albania e, soprattutto, dalla Croazia, umiliati dalla Svizzera, quindi letteralmente asfaltati da una Spagna stellare, gli azzurri sono presto usciti di scena. Non senza aver lasciato un pessimo ricordo negli occhi dei tifosi. Spalletti ha deciso di restare, prendendosi colpe anche non sue, ma scegliendo di non lasciare di nuovo vacante la panchina della nazionale alla vigilia delle importantissime qualificazioni per i mondiali negli Stati Uniti. E la Federazione? Almeno adesso Gravina si sarà dimesso, penserete voi, assumendosi le proprie responsabilità.… macché… Il “Lidèr Maximo” anche questa volta non ha sentito alcun senso di colpa per la evidente rovina del nostro calcio.
Calcio italiano nel tunnel
Il calcio italiano è infatti allo sfascio: i nostri vivai tuttavia, sia a livello federale che nelle giovanili di tanti nostri club, sarebbero in buona salute… Ma quanti di questi giovani talenti riescono ad arrivare a giocare in prima squadra in serie A? Cosa glielo impedisce? Gli stranieri, certo, ma anche e soprattutto una politica evidentemente sbagliata nei loro confronti da parte della Federazione, che non fa nulla per agevolarne l’impiego da parte delle società.
E veniamo agli ultimi fatti, di pochi giorni fa: le prime partite del nuovo girone di qualificazione ai mondiali, la disfatta contro la Norvegia e la risicata vittoria contro la modesta Moldova, esibendo un gioco stracco e rinunciatario, capace di indispettire persino il più che bendisposto pubblico di Reggio Emilia. E poi ecco “la perla” finale: Spalletti di fatto esonerato prima della partita con la Moldova e praticamente costretto a sedere sulla panchina della nazionale sapendo di non essere più il c.t. . Un’umiliazione che l’allenatore toscano francamente non meritava, per il suo passato e per la sua proverbiale correttezza. E almeno adesso, direte voi, Gravina avrà deciso finalmente di assumersi le sue colpe? Non sperateci nemmeno per un momento: ora l’idea è di puntare tutto sui reduci dal vittorioso mondiale del 2006… così avanti con Gattuso, caldeggiato da Buffon, e poi a ruota Bonucci. Tanto mal che vada un capro espiatorio che sia ben lontano dai vertici lo si potrà sempre trovare. Per cui facciamo davvero i migliori auguri a Gattuso. Ne avrà tanto bisogno.