
Era la sera del 16 aprile quando Teresa Stabile, 55 anni, ha perso la vita nel cortile di casa dei suoi genitori a Samarate, in provincia di Varese. Dopo una giornata di lavoro, stava rientrando nella sua abitazione, inconsapevole che ad attenderla ci fosse il marito Vincenzo Gerardi, 57 anni, da cui si stava separando. L’uomo l’ha aggredita brutalmente con un coltello, colpendola ripetutamente mentre si trovava ancora all’interno della sua auto.
Teresa Stabile: l’agguato premeditato?
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Gerardi avrebbe pianificato l’aggressione. Non appena la moglie è arrivata davanti casa, lui l’ha raggiunta e l’ha colpita più volte, lasciandola gravemente ferita. A dare l’allarme è stato un passante che stava portando a spasso il cane e ha assistito alla scena. I soccorsi sono intervenuti tempestivamente e Teresa è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Legnano, dove è deceduta poco dopo l’arrivo.
La fuga e il tentato suicidio
Gerardi ha provato a scappare a piedi, raggiungendo via Torino, a una decina di minuti dal luogo dell’omicidio. Lì è stato rintracciato dai carabinieri di Busto Arsizio e del reparto operativo di Varese. Quando lo hanno trovato, impugnava ancora l’arma del delitto e minacciava di togliersi la vita. I militari sono riusciti a bloccarlo utilizzando il taser. È stato subito portato in ospedale per gli accertamenti, poi condotto in caserma e messo a disposizione del pubblico ministero Ciro Caramore.
Una separazione segnata dalla violenza
La coppia era in fase di separazione e Teresa si era già trasferita nella casa dei genitori, poco distante dalla villetta coniugale. Gerardi non accettava la fine del rapporto. Fonti investigative riferiscono di comportamenti ossessivi e minacciosi: l’uomo avrebbe più volte affermato che si sarebbe tolto la vita se lei non fosse tornata da lui. Si era anche impossessato delle chiavi dell’auto della moglie e parcheggiava sistematicamente il suo veicolo davanti al box di Teresa, costringendola a contattarlo ogni volta che voleva uscire.
Il grido d’aiuto del figlio
Un mese prima dell’omicidio, il figlio della coppia, un giovane di 28 anni che vive altrove, aveva denunciato il padre per violenza privata dopo l’ennesima lite familiare. Aveva assistito a comportamenti vessatori nei confronti della madre, ma Teresa, forse per paura o per proteggere la pratica di separazione in corso, non aveva mai formalizzato una denuncia contro il marito.
Una vita spezzata, un’indagine ancora aperta
Teresa Stabile è morta nel luogo che avrebbe dovuto rappresentare rifugio e sicurezza. Il corpo senza vita della donna, l’auto e l’abitazione sono ora sotto sequestro. L’autopsia chiarirà l’entità delle ferite e potrà confermare l’eventuale premeditazione, che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione di Gerardi. Nella notte tra il 16 e il 17 aprile, l’uomo ha confessato l’omicidio davanti al magistrato. Resta ora da capire se ci fossero segnali trascurati, allarmi inascoltati, e se qualcosa si sarebbe potuto fare per impedire questa ennesima tragedia.