Oliviero Scardicchio, per tutti Sir Oliver Skardy, storico frontman dei Pitura Freska, è tornato a far parlare di sé non per una nuova canzone, ma per un racconto di vita sincero e disarmante. In un’intervista al Corriere della Sera, il musicista veneziano ha spiegato perché oggi lavora come collaboratore scolastico, un ruolo che non considera una scelta ma una necessità.
Attiva dal 1987 al 2002, la band ha segnato un’epoca con reggae e ska in dialetto veneziano, testi ironici e una forte attenzione ai temi sociali. Eppure, il successo non si è mai trasformato in stabilità economica.
Skardy: il diploma, la musica e una strada obbligata
Scardicchio racconta di avere soltanto un diploma dell’artistico, insufficiente per intraprendere la carriera di insegnante. «Senza laurea non potevo fare il professore», spiega, aggiungendo che forse è stato meglio così. Il lavoro di bidello gli ha garantito una continuità che la musica, da sola, non gli avrebbe assicurato.
Non ha mai abbandonato l’impiego nemmeno negli anni di maggiore visibilità dei Pitura Freska, consapevole che il progetto artistico potesse finire da un momento all’altro.
Sanremo, Papa Nero e l’equivoco mediatico
Nel 1997 il gruppo sale sul palco di Sanremo con Papa Nero, brano che immaginava un pontefice di colore per lanciare un messaggio antirazzista. Il risultato fu uno shock mediatico: il pezzo venne frainteso e il gruppo etichettato come provocatorio e persino “satanico”.
Il verdetto della classifica fu impietoso e segnò l’inizio del declino della band. Col senno di poi, Skardy rivendica la forza profetica del brano, sottolineando come l’elezione di Papa Francesco abbia dato nuova lettura a quel testo.
Guadagni modesti e fuori dai riflettori per Skardy
Nonostante dischi di successo e un platino, i guadagni non sono mai stati elevati. «Divisi tra tutti, è rimasto poco», racconta. Oggi vive a Marghera in un appartamento di 60 metri quadri con la moglie brasiliana Penha.
La somma dello stipendio scolastico e dei diritti musicali, ammette, non fa miracoli: una condizione condivisa, secondo lui, anche da molti insegnanti, che definisce sottopagati e sotto pressione.
La depressione, l’alcol e il punto di svolta
Tra i passaggi più forti dell’intervista c’è il racconto del periodo più buio. Skardy parla apertamente di alcolismo, depressione e fragilità personali, aggravate da relazioni finite e da una carriera musicale in stallo. A fermarlo è stato un serio problema di salute: «Il dottore mi ha detto di smettere, o sarei scoppiato».
Da allora ha cambiato vita, rinunciando agli eccessi e scegliendo una quotidianità più stabile e silenziosa.
I Pitura Freska oggi e le critiche alla musica attuale
Dopo lo scioglimento del gruppo, ogni componente ha preso una strada diversa. Alcuni hanno cambiato mestiere, uno solo continua a suonare.
“Cristiano lavora nelle barche, Duse fa lavoretti vari, Valerio ha un ristorante, Furio che era al sax è l’unico che suona ancora, Ciuke pace all’anima sua”.
Skardy ricorda anche Ciuke, cofondatore della band, scomparso nel 2008 dopo una lunga malattia.
Sulla scena trap e rap contemporanea, il giudizio è netto: troppa imitazione, poco contenuto, assenza di messaggi pacifisti e sociali.
La carriera solista e i progetti dopo la band
Dopo il 2002, Scardicchio ha proseguito come solista pubblicando album e singoli, collaborando con i Fahrenheit 451 e reinterpretando classici della musica italiana. Tra reggae, dialetto e ironia, ha mantenuto viva la sua identità artistica, lontano però dai riflettori del grande successo.
Oggi guarda avanti con un unico obiettivo: la pensione, vissuta come l’ultimo vero traguardo di una vita intensa e irregolare.
