Dalla maledizione di Tutankhamon il fungo che combatte il cancro

L’Aspergillus flavus, storicamente associato alla leggendaria maledizione dei faraoni, svela un incredibile potenziale terapeutico nella lotta contro la leucemia

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L’Aspergillus flavus, il fungo patogeno cresciuto sulle pareti umide delle tombe dei faraoni, è stato ritenuto corresponsabile della leggendaria “maledizione di Tutankhamon”. Sarebbe la presunta causa del decesso di diversi membri della spedizione che nel 1922 aprì la tomba del giovane faraone egizio. Per decenni, la sua fama è stata legata al mito, al mistero e alla morte. Oggi, però, quel microrganismo temuto si trasforma in protagonista di una scoperta scientifica. Questa potrebbe rivoluzionare la medicina moderna e potrebbe combattere la leucemia.

Un assassino invisibile: storia e pericoli del fungo Aspergillus flavus

L’Aspergillus flavus è un fungo molto diffuso nei climi caldi e umidi. Purtroppo noto per contaminare cereali e legumi, rendendoli pericolosi per il consumo umano e animale. Produce aflatossine, tra le sostanze naturali più tossiche conosciute, e rappresenta la seconda causa di aspergillosi. Si tratta di una grave malattia respiratoria che provoca ogni anno circa 2,5 milioni di decessi nel mondo.

Questo fungo è anche tristemente famoso per aver scatenato la prima epidemia documentata da micotossine, uccidendo oltre 10.000 tacchini in Inghilterra nel 1960. Eppure, è l’associazione con eventi misteriosi, come la morte di Lord Carnarvon – uno dei pochi a perdere la vita poco dopo l’apertura della tomba di Tutankhamon – a rendere l’Aspergillus flavus celebre al grande pubblico. Un episodio simile avvenne nel 1970 con la tomba di Casimiro IV di Polonia, dove morirono dieci scienziati: in quel caso fu accertata la presenza massiccia di spore di questo fungo nelle cripte reali.

Il fungo come veleno del passato a molecole del futuro

Sebbene letali, i funghi sono da tempo alleati preziosi della medicina. Non è un caso se la penicillina, il primo antibiotico, sia stata scoperta proprio in una muffa. Ma ciò che sorprende oggi è l’incredibile potenziale terapeutico nascosto tra i filamenti dell’Aspergillus flavus.

Un nuovo studio pubblicato su Nature Chemical Biology ha identificato quattro nuove molecole di una classe biochimica sofisticata. I peptidi RiPPs (ribosomally synthesized and post-translationally modified peptides). Questi composti, prodotti naturalmente dal fungo, sono noti per le loro forti proprietà biologiche e per la versatilità in campo medico.

Le nuove molecole isolate, battezzate asperigimicine, sono state testate in laboratorio su cellule leucemiche, mostrando un’efficacia antitumorale significativa. In particolare, due asperigimicine hanno bloccato la replicazione delle cellule cancerogene, aprendo una nuova strada verso terapie mirate contro la leucemia.

Il passo in più: una molecola modificata che sfida le terapie attuali

Gli scienziati non si sono fermati alla scoperta delle asperigimicine naturali. Hanno infatti modificato chimicamente una delle molecole, aggiungendo un lipide per potenziarne l’assorbimento e la stabilità. Il risultato? Un composto che, nei test in vitro, ha mostrato un’efficacia comparabile – se non superiore – ad alcune delle terapie di prima linea attualmente utilizzate per la leucemia.

L’azione di queste molecole si basa sulla loro capacità di interferire con il meccanismo di replicazione delle cellule tumorali, bloccandone la proliferazione e aprendo la strada a trattamenti innovativi, potenzialmente più efficaci e mirati rispetto a quelli disponibili oggi.

Prossimi passi: test sugli animali e, forse, sull’uomo

Il cammino per trasformare queste scoperte in una cura concreta è ancora lungo, ma i primi risultati sono estremamente promettenti. Il prossimo passaggio fondamentale sarà la sperimentazione su modelli animali. Questo servirà a confermare l’efficacia e la sicurezza delle asperigimicine in un contesto biologico complesso. Se anche questi studi dovessero dare esito positivo, si potrebbe passare alla fase clinica sull’uomo, avviando un percorso che potrebbe cambiare radicalmente il trattamento di forme aggressive di cancro come la leucemia.

Quando la leggenda incontra la scienza

È straordinario pensare che un microrganismo ritenuto responsabile di una delle leggende più oscure dell’archeologia possa ora diventare una fonte di speranza per milioni di persone. Dalla tomba di Tutankhamon ai laboratori di ricerca, l’Aspergillus flavus si trasforma da minaccia silenziosa a protagonista di una possibile rivoluzione terapeutica.
E così, forse, la vera “maledizione” non era quella del faraone, ma quella della nostra ignoranza. Sottovalutare ciò che la natura, persino nelle sue forme più insidiose, può offrirci per guarire.