Belle Gibson: la grande truffa della falsa guarigione dal cancro

L’incredibile storia dell’influencer Belle Gibson che ha costruito un impero sulle bugie, fingendo di essere guarita da un tumore incurabile grazie all’alimentazione e alle terapie alternative.

belle gibson

Belle Gibson, nome d’arte di Annabelle Natalie Gibson, è stata una delle prime influencer a sfruttare la potenza di Instagram per costruire un impero legato alla salute e al benessere.

L’ascesa di Belle Gibson: una storia costruita sulle bugie

Nel 2013, quando il termine “influencer” non era ancora diffuso, la giovane australiana conquistò il web con la sua storia: una ragazza che affermava di aver sconfitto un cancro al cervello incurabile grazie a un’alimentazione sana e a metodi alternativi.

Grazie a questa narrazione, riuscì a ottenere notorietà, visibilità e guadagni enormi. Ma dietro il suo successo si nascondeva una menzogna destinata a crollare sotto il peso delle prove e delle inchieste giornalistiche.

The Whole Pantry: il successo della truffa

Il vero trampolino di lancio per Belle Gibson fu l’app The Whole Pantry, un’applicazione dedicata al benessere e all’alimentazione sana, che ottenne un successo incredibile. Nel solo primo mese dal lancio, l’app fu scaricata oltre 200.000 volte, diventando una delle più popolari dell’Apple Store nel 2013.

Questo portò Belle a pubblicare un libro con lo stesso nome, edito da Penguin Books, e a essere riconosciuta come un’icona del mondo del wellness. La stampa internazionale la celebrò come una donna ispiratrice, e riviste come Elle Australia la definirono “la donna più motivante dell’anno”.

Ma dietro questa fama crescente, le sue affermazioni iniziarono a mostrare segni di incoerenza.

Le bugie di Belle Gibson sul cancro: la verità viene a galla

Belle Gibson raccontava di aver ricevuto una diagnosi di cancro al cervello nel 2009, all’età di 20 anni. Secondo la sua versione, i medici le avevano dato pochi mesi di vita, ma lei era riuscita a guarire grazie a un’alimentazione basata su cibi naturali e integratori, evitando le cure mediche convenzionali.

Con il tempo, la sua storia divenne sempre più confusa: dichiarò che il cancro era tornato e si era diffuso alla milza, al fegato, ai reni e al sangue, per poi sparire nuovamente grazie ai suoi metodi alternativi. Tuttavia, non c’erano prove mediche a supporto delle sue dichiarazioni, né referti né testimonianze di specialisti.

Le discrepanze iniziarono a sollevare dubbi tra i media e il pubblico. Nel 2015, un’inchiesta del Sydney Morning Herald smascherò definitivamente la truffa: Belle Gibson non aveva mai avuto il cancro.

La raccolta fondi fraudolenta

Uno degli aspetti più gravi della vicenda riguarda le raccolte fondi organizzate da Belle Gibson. La donna aveva promesso di devolvere parte dei guadagni della sua app e del suo libro a organizzazioni benefiche per la ricerca sul cancro. Tuttavia, un’inchiesta giornalistica dimostrò che i soldi raccolti non erano mai stati donati.

Nel marzo 2015, il quotidiano Elle Australia pubblicò una lettera anonima che accusava Belle di essere una bugiarda seriale. Poco dopo, sotto la crescente pressione pubblica e mediatica, Belle Gibson confessò pubblicamente di aver mentito sulla sua malattia.

La condanna di Belle Gibson

Dopo lo scandalo, la Corte Federale di Melbourne aprì un’indagine su Belle Gibson. Nel 2017, l’ex influencer fu condannata a pagare una multa di oltre 400.000 dollari australiani per aver ingannato il pubblico e per la sua truffa ai danni della beneficenza.

Nonostante la condanna, Belle non ha mai mostrato segni di pentimento e ha continuato a difendere la sua posizione, evitando di pagare la multa e cercando di rimanere attiva sui social media.

Il lato oscuro dei social media

La vicenda di Belle Gibson mette in luce uno dei grandi problemi dei social media: la facilità con cui le fake news possono diffondersi e influenzare milioni di persone. La sua storia ha dimostrato come il desiderio di credere in cure miracolose possa spingere le persone a fidarsi ciecamente di chiunque si presenti come esperto, senza prove scientifiche.

Belle Gibson non è stata solo una truffatrice: ha contribuito a diffondere pericolose teorie pseudoscientifiche, dissuadendo potenzialmente persone malate dal ricorrere a cure mediche efficaci. Il suo caso ricorda altre situazioni simili, come quelle legate al movimento no-vax e alle cure alternative prive di fondamento scientifico.

La serie Netflix “Apple Cider Vinegar”

La storia di Belle Gibson ha ispirato la serie Netflix “Apple Cider Vinegar”, basata sul libro The Woman Who Fooled the World di Beau Donelly e Nick Toscano. La serie racconta la parabola di Belle, intrecciandola con quella di un’altra influencer, Jessica Ainscough, che, a differenza di Belle, era realmente malata e promuoveva la controversa terapia Gerson.

Questa serie rappresenta un importante spunto di riflessione sulla disinformazione in ambito medico e sul ruolo che i social media hanno nel diffondere false speranze.

Una lezione da imparare

Il caso di Belle Gibson è una lezione su quanto sia pericoloso affidarsi ciecamente ai guru del web senza verificare le fonti. La sua storia ha dimostrato come i social possano amplificare messaggi dannosi, creando veri e propri imperi basati sulle bugie.

Non basta un feed Instagram pieno di piatti fotogenici per fare di qualcuno un esperto, eppure il fascino delle storie personali, soprattutto quando sembrano offrire una speranza, spinge molti a fidarsi più di un influencer che di un medico. Piattaforme come TikTok e YouTube sono colme di pseudo-esperti che dispensano consigli su alimentazione e salute senza alcuna competenza. Con le teorie più assurde, dalla dieta a base di carne rossa, che promette grandi benefici all’ignoranza sulla dieta celiaca, purtroppo trovano terreno fertile grazie agli algoritmi che premiano i contenuti virali, indipendentemente dalla loro attendibilità.

Per difendersi da truffe simili, è fondamentale affidarsi a fonti mediche ufficiali, diffidare di chi promette cure miracolose e ricordare che la scienza, pur non essendo perfetta, è l’unico strumento valido per affrontare le malattie.