
Sebbene il calendario ufficiale dei saldi estivi in Lombardia indichi oggi il 5 luglio come data di partenza, a Bergamo è chiaro che la stagione delle offerte ha preso il via con largo anticipo. Secondo una stima di Confesercenti, circa 212.000 consumatori bergamaschi hanno già fatto acquisti approfittando dei cosiddetti pre-saldi e delle numerose promozioni lanciate online, con una spesa media che supera i 100 euro a persona.
A livello nazionale, il fenomeno ha coinvolto oltre 6,5 milioni di italiani, confermando una tendenza ormai consolidata: i consumatori non attendono più l’inizio formale dei saldi per fare shopping a prezzi ribassati.
Saldi: tra regole regionali e “far west” digitale
Il paradosso è evidente: la normativa lombarda vieta le promozioni nei 30 giorni precedenti l’inizio ufficiale dei saldi, ma nella pratica questo divieto si scontra con una realtà dominata da social network, e-commerce e campagne digitali spesso fuori controllo. I confini tra sconto regolare e offerta selvaggia si fanno sempre più sfumati.
A lanciare l’allarme è Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo:
“Serve una vigilanza più efficace, soprattutto sul digitale, per tutelare sia i consumatori che i commercianti. Oppure bisogna avere il coraggio di rivedere la normativa: oggi le regole non sono più sostenibili”.
I negozi bergamaschi sotto saldi, in forte pressione
Nel territorio orobico sono attivi circa 1.500 punti vendita tra abbigliamento e calzature. Molti di questi esercizi, soprattutto di piccole e medie dimensioni, denunciano crescenti difficoltà a competere con i colossi del web e con le piattaforme che avviano sconti in largo anticipo.
La concorrenza sleale mina la sostenibilità del commercio locale e contribuisce a un clima di insofferenza crescente tra i negozianti, già provati da anni difficili.
Chi acquista prima? Giovani e donne in prima linea
Il fenomeno dei pre-saldi ha colpito con particolare intensità alcune fasce di popolazione. I dati raccolti da IPSOS per Fismo Confesercenti indicano che:
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Il 22% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha già approfittato delle offerte anticipate.
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Nella fascia tra i 35 e i 65 anni la percentuale scende al 17%.
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Le donne si dimostrano leggermente più inclini agli acquisti scontati (20%) rispetto agli uomini (17%).
La diffusione dei pre-saldi si è dunque rivelata trasversale, ma con una punta più marcata tra i consumatori più giovani e digitalizzati, che sanno muoversi con destrezza tra newsletter, app e codici promo.
I Distretti del Commercio cercano di reagire
In questo contesto complesso, Caselli sottolinea il valore delle iniziative locali messe in campo dai Distretti del Commercio, sia a Bergamo città che nei comuni della provincia.
“Queste azioni rappresentano un aiuto concreto per i negozianti – dichiara – ma non possono da sole compensare gli effetti delle pratiche scorrette online. Occorre una risposta sistemica”.
I Distretti, con eventi e promozioni coordinate, cercano di rilanciare il commercio di prossimità e di animare i centri storici, ma il gap con le grandi piattaforme digitali resta difficile da colmare senza una riforma normativa.
Un’estate di sconti… ma con molte ombre
L’estate 2025 si apre con una doppia faccia per il commercio bergamasco: da un lato i numeri importanti dei consumatori che hanno già speso, dall’altro il malcontento crescente dei negozianti che si sentono esclusi da un sistema sempre più sbilanciato.
Il settore del retail, soprattutto quello tradizionale, chiede regole più chiare e sostenibili per poter competere ad armi pari in un mercato che cambia rapidamente. Perché i saldi, nati come occasione di rilancio per le attività locali, rischiano di diventare l’ennesima dimostrazione di un sistema in crisi.