
Nel cuore ferito ma indomito dell’Ucraina, lì dove le sirene suonano come il battito regolare della vita quotidiana e le cicatrici dei bombardamenti si mescolano alla speranza, oggi si respira un vento nuovo. Ha il volto e le voci di oltre cinquanta cittadini italiani giunti a Kyiv con un messaggio chiaro, forte, necessario: “L’Europa rinasce a Kyiv”.
Non è solo uno slogan. È una dichiarazione di intenti, una visione politica, un grido civile. È il titolo della manifestazione che si terrà domani, 9 maggio, alle ore 15 in Piazza Indipendenza, nel giorno dedicato all’Europa, ma che quest’anno avrà un significato senza precedenti. Perché per la prima volta saranno cittadini europei, non istituzioni o governi, a marciare in una capitale in guerra, accanto a chi combatte per la libertà di tutti.
Nella giornata di oggi, i rappresentanti di Europa Radicale – tra cui Igor Boni, Silvja Manzi, Massimiliano Melley, Federica Valcauda, Marco Taradash, Emilia Rossi, Oreste Gallo e Jacopo Vasini – hanno intrapreso incontri istituzionali e visite simboliche, per toccare con mano la resistenza quotidiana di un Paese che, nonostante le bombe, non si ferma e non si arrende.

Tra i momenti più intensi della giornata, l’incontro con il console della Cecenia: “La guerra all’Ucraina è guerra all’Europa”, ha ricordato, rievocando il dramma della Cecenia rasa al suolo da Putin, come monito e testimonianza. L’Europa che marcia su Kyiv non è solo idealismo, ma anche economia e ricostruzione. Alla Camera di Commercio e dell’Industria Ucraina, la delegazione ha incontrato imprenditori e tecnici che lavorano senza sosta, nonostante tutto: “Il 90% del commercio è rimasto attivo anche durante la guerra. Dopo un primo momento di aumento della disoccupazione, in questi ultimi tempi abbiamo un tasso inferiore al 10%. C’è una grande volontà di andare avanti, e di sviluppare le nuove tecnologie, per supportare il fronte e ripartire più forti di prima”, affermano Federica Valcauda e Oreste Gallo, rispettivamente tesoriera e membro del comitato promotore di Europa Radicale.
Non è mancata una visita alla Prytula Foundation, dove si producono ogni mese oltre 1000 droni, ma anche dispositivi medici da destinare al fronte. Un luogo dove tecnologia, sacrificio e amore per la patria si intrecciano con una passione civile e una volontà senza pari.
Ma è domani il giorno simbolo. Lo spiega Igor Boni, Coordinatore di Europa Radicale, con parole che vibrano di determinazione: “L’Ucraina resiste contro i crimini di Mosca, resiste anche per noi. Domani in piazza Indipendenza, di fianco alle migliaia di fotografie dei caduti in guerra, manifesteremo per l’Ucraina europea e per un’Europa che entri in Ucraina per creare una no fly zone impenetrabile alle bombe, ai droni, ai missili del Cremlino. Putin deve essere portato a processo, lo ribadiremo in piazza con le bandiere blu a stelle gialle che sono il futuro dell’Ucraina come di tutti noi”.
In una Kyiv ancora sotto assedio, la presenza degli italiani è molto più di un gesto simbolico. È un atto di coraggio civile, un ponte tra due popoli, un appello all’Europa affinché non resti spettatrice. Domani, in Piazza Indipendenza, non marceranno solo per l’Ucraina. Marceranno per un continente che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.