Dramma a Jesi: studentessa di 17 anni tenta suicidio in una chiesa abbandonata

La ragazza è in coma profondo, il padre e un passante sono riusciti a salvarla in extremis. Un gesto disperato in un luogo sacro.

Jesi studentessa suicidio

Una tragedia ha scosso la comunità di Jesi, nelle Marche: una studentessa di 17 anni ha tentato il suicidio impiccandosi all’interno di una chiesa abbandonata. La giovane è ora ricoverata in coma profondo nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette, dove i medici monitorano costantemente le sue condizioni.

L’intervento provvidenziale di un passante e del padre

Il destino ha voluto che un passante notasse qualcosa di insolito e, con le sue grida disperate, attirasse l’attenzione del padre della ragazza, che si trovava nei pressi della chiesa proprio alla ricerca della figlia scomparsa. L’uomo, entrato nell’edificio, si è trovato di fronte alla drammatica scena e ha immediatamente tentato di soccorrerla, chiamando aiuto.

Le condizioni della giovane e l’intervento dei medici

Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi del 118, con un’équipe di medici rianimatori e l’eliambulanza, le condizioni della ragazza restano critiche. Ogni ora è cruciale per la sua sopravvivenza e per valutare eventuali danni riportati. La famiglia, distrutta dal dolore, ha scelto di chiudersi nel silenzio in questo momento di estrema difficoltà.

Le indagini sulle cause del gesto

I carabinieri stavano cercando di comprendere cosa potesse aver spinto la giovane a compiere un gesto tanto estremo. Un luogo, quella Chiesa, che la ragazza conosceva fin troppo bene, poiché il papà ne era il custode. Motivo per cui abbia scelto proprio quel posto, nonostante chiuso da tempo e in condizioni precarie. Amici e conoscenti faticano a capacitarsi di quanto accaduto, mentre la comunità si stringe nel dolore e nella preghiera per la sua ripresa.

L’attesa, la speranza e il tragico epilogo

Il padre, che per primo aveva tentato disperatamente di salvarla, ha vissuto ore di angoscia e speranza accanto alla figlia, affidandosi ai medici nella speranza di un miracolo. Purtroppo, dopo quasi 72 ore di coma profondo, la ragazza si è spenta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette. Alle 9:30 di mattina del 13 marzo, il collegio medico ha accertato la morte cerebrale, sancendo l’epilogo più doloroso per la famiglia e per tutti coloro che l’amavano.

Un ultimo atto d’amore: la donazione degli organi

Di fronte alla tragedia, i genitori hanno compiuto un gesto di straordinaria generosità, acconsentendo alla donazione degli organi della figlia. Così, in mezzo al dolore più grande, hanno trasformato la sua scomparsa in una nuova speranza per altre persone in attesa di trapianto. Il dottor Benedetto Marini, primario del Centro Trapianti di Torrette, ha coordinato l’intero iter, con il coinvolgimento di equipe mediche provenienti da tutta Italia.

Il ricordo di una ragazza speciale

La comunità di Jesi e tutti coloro che l’hanno conosciuta la ricordano come una ragazza straordinariamente sensibile, appassionata di musica e teatro. Studentessa del liceo musicale “Rinaldini” di Ancona, suonava il flauto nella banda musicale di Jesi e amava il palcoscenico. Dietro al suo sorriso e al talento, nascondeva fragilità profonde che nessuno aveva compreso fino in fondo.

La tarda sera del 13 marzo, amici e parenti si sono riuniti nella Chiesa della Misericordia di Ancona per una veglia di preghiera, un ultimo saluto a una giovane vita spezzata troppo presto. Ora, il suo spirito fragile continuerà a vivere attraverso chi ha ricevuto il suo dono d’amore.