The Father e il talento di Anthony Hopkins

Un pensionato ottantenne vive nella Londra di oggi. La sua casa signorile trasuda di ricordi che testimoniano una vita serena. Un giorno , durante la visita di sua figlia, si rende conto che qualcosa non va. Convinto di vivere da solo ed essere autosufficiente scopre che la badante si è appena licenziata e che suo genero non è più lo stesso. Dopo il divorzio, la sua primogenita è in procinto di trasferirsi a Parigi con il nuovo compagno di cui lui non era a conoscenza. Comincia cosi The Father, l’ultimo film di Florian Zeller .

La discesa nel dubbio di Anthony (il protagonista) continua tra apparizioni improvvise di volti sconosciuti e frammentazioni di giornate impossibili da decifrare. Il rapporto con la figlia diventa molto difficile e l’uomo non riesce a rendersi conto della verità. Il regista adatta una sua opera teatrale per questo film d’interni che trasforma lo spettatore nel protagonista. A metà tra il cinema di Haneke e il teatro di Cechov Zeller prova a immaginare come si senta un malato di demenza senile.

Un’esistenza che si trasforma di colpo in incertezza, quella del vecchio ingegnere che vive delle memorie sparse nel suo passato.Anthony Hopkins nel ruolo del protagonista riesce a dar corpo all’epopea di un personaggio che si specchia nel pubblico facendolo continuamente chiedersi, insieme a lui, quale sia la verità. The Father segue le logiche del giallo classico trasformandosi in un dramma umano e lo fa attraverso dialoghi eccellenti e la bravura dei suoi attori sulla quale primeggia un superbo Hopkins.

La vicenda assume toni molto duri che il regista decide di portare in scena in maniera molto onesta, senza cadere nel pietismo ma con la violenza che alcune situazioni portano in dote. L’idea di non menzionare la malattia rende il film, un’esperienza nell’esperienza . In scena va il calvario di un uomo, rappresentato con grande stile e con un’umanità che non si trasforma mai in pena. L’impianto teatrale dell’opera è evidente ma la regia di Zeller mantiene la suspense rendendo i vuoti di memoria del protagonista il vero filo narrante del film. Una vicenda che è essenziale incrociare, premi Oscar a parte.