
Washington, Kiev, Bruxelles. Tre città, tre scenari, un’unica domanda: l’Ucraina potrà sopravvivere senza il supporto militare ed economico degli Stati Uniti? La risposta di Vladimir Zelenskij è netta: “No”.
Il presidente ucraino, in un’intervista con The Guardian, ha lanciato un avvertimento chiaro: se Donald Trump ritirerà il sostegno americano, l’Europa non sarà in grado di colmare il vuoto. “Ci sono voci che dicono che l’Europa potrebbe offrire garanzie di sicurezza senza l’America, ma io continuo a pensare di no”, ha dichiarato Zelenskij da Kiev. “Le garanzie di sicurezza senza l’America non sono garanzie reali”.
Trump, dal canto suo, ha più volte affermato di voler porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia, ma la sua strategia preoccupa Kiev. La paura è che il tycoon repubblicano voglia forzare l’Ucraina alla capitolazione accettando le richieste massimaliste di Vladimir Putin. Lo spettro di un negoziato al ribasso incombe sull’imminente incontro tra Zelenskij e il vicepresidente americano JD Vance, previsto tra tre giorni durante la 61ª Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, in programma dal 14 al 16 febbraio 2025.
Vance, noto per il suo scetticismo sull’aiuto militare a Kiev, lo scorso anno aveva rifiutato di incontrare Zelenskij e in passato aveva dichiarato: “Non mi importa davvero cosa succede in Ucraina, in un modo o nell’altro”. Il segnale che giunge da Washington è ambiguo: Trump vuole mettere fine alla guerra, ma a quale prezzo per Kiev?
Consapevole della necessità di offrire a Trump qualcosa di tangibile, Zelenskij ha aperto a un’inedita proposta commerciale: offrire alle aziende americane accesso prioritario alle riserve ucraine di terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica e della difesa. “Coloro che ci aiutano a salvare l’Ucraina potranno ricostruirla”, ha detto il leader ucraino, spiegando che il suo Paese è pronto a concedere vantaggi commerciali agli Stati Uniti in cambio di supporto militare.
Secondo quanto riportato dal New York Post, Trump ha già incaricato il Segretario del Tesoro Scott Bessent di volare a Kiev per esplorare le opportunità di investimento nei giacimenti ucraini di litio, titanio e uranio. “Questa guerra deve e finirà presto. Troppo sangue e distruzione. L’America ha speso miliardi di dollari in tutto il mondo con poco da mostrare”, ha postato Trump su Truth Social.
Mentre Trump soppesa le opzioni, Putin si prepara al peggio. Secondo quanto riportato da The Sun già il 29 gennaio scorso, il Cremlino è pronto a negoziare, ma a una condizione: che Zelenskij non sia presente al tavolo. “Putin sta solo cercando di manipolare Trump”, ha avvertito il presidente ucraino. “Non vuole un Trump forte che sostenga l’Ucraina, perché questo significherebbe un’Ucraina forte!”.
A complicare ulteriormente il quadro è l’incertezza europea. Emmanuel Macron ha ventilato l’ipotesi di una forza di pace europea in Ucraina, ma Zelenskij ha subito frenato: “Se sarà parte di una garanzia di sicurezza, allora sì. Ma servirebbero almeno 100-150.000 soldati europei. E anche in quel caso, non sarebbero sufficienti per eguagliare le forze russe”.
Nel frattempo, mentre Kiev continua a resistere sul campo, la battaglia si sposta sempre più sui tavoli diplomatici e nei palazzi del potere occidentali. Trump ha già parlato con Putin, anche se non ha rivelato quanti colloqui ci siano stati. “Meglio non dirlo”, ha ammesso a The New York Post.
Zelenskij, nel suo gioco di equilibrio diplomatico, sa di camminare su un filo sottile. Ma una cosa è certa: senza il sostegno americano, l’Ucraina potrebbe non reggere. “Se Trump ha la volontà di forzare Putin alla pace, può farlo”, ha dichiarato Zelenskij su Fox News. “Vogliamo che sia dalla parte della giustizia, dalla parte dell’Ucraina. Questo è esattamente ciò che Putin teme”.
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