Si chiama Shahriar J., ha 21 anni ed è conosciuto online come White Tiger. Secondo la procura di Amburgo, dietro il suo alias digitale si nasconderebbe uno dei nodi europei di “764”. Si tratta di una rete globale di sfruttamento minorile ora sotto indagine da parte dell’Fbi. Questo quanto riportato The Washington Post in un reportage.
Su di lui pendono 204 capi d’accusa, tra cui omicidio indiretto, abusi sessuali su minori e diffusione di materiale pedopornografico.
La morte in diretta di un tredicenne americano
L’accusa più grave riguarda un episodio avvenuto nel gennaio 2022, quando un tredicenne statunitense si è tolto la vita davanti a una webcam, mentre un gruppo di utenti lo incitava in diretta streaming.
Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Shahriar J. a manipolare e orchestrare l’evento, spingendo la vittima al suicidio e trasmettendo la scena in un gruppo Instagram. Il video, poi, sarebbe stato condiviso tra altri membri della rete.
Il concetto di “omicidio indiretto” nella legge tedesca
In Germania è possibile imputare l’accusa di omicidio indiretto a chi esercita un’influenza tale da privare la vittima della propria volontà. Il procuratore Jörg Fröhlich ha spiegato che l’imputato avrebbe agito come un “regista”, guidando ogni gesto della vittima.
“È uno dei casi più sconvolgenti che abbiamo mai affrontato”, ha dichiarato Fröhlich, parlando di un “catalogo di atrocità oltre l’immaginazione”.
White Tiger: le prove e l’arresto ad Amburgo
L’inchiesta, avviata nel 2023 e culminata con l’arresto nel giugno 2025, ha portato al sequestro di oltre 85.000 file tra video e chat di adescamento.
Il materiale era conservato nella casa di famiglia di Shahriar J., nel quartiere Marienthal di Amburgo, dove viveva con i genitori. Le indagini collegano il giovane a circa 30 vittime tra gli 11 e i 15 anni, provenienti da Germania, Stati Uniti, Canada e Regno Unito.
La rete 764 e l’inchiesta dell’Fbi connessa a White Tiger
Il caso di White Tiger si intreccia con le indagini sulla rete “764”, un’organizzazione di abusi online emersa nel 2020 da un server Discord creato in Texas.
Il nome “764” deriverebbe proprio da un codice postale texano, e la rete sarebbe poi sopravvissuta alla chiusura del server frammentandosi in gruppi su Telegram, Discord, Reddit e altre piattaforme.
Nel 2024 la CyberTipline del National Center for Missing & Exploited Children ha ricevuto oltre 1.300 segnalazioni collegate a 764, segnando un aumento del 200% rispetto all’anno precedente. L’Fbi e Europol lavorano ora a un’operazione congiunta che ha già portato ad arresti internazionali.
Metodi di manipolazione e controllo psicologico di White Tiger
Le tecniche usate da White Tiger coincidono con quelle documentate nella rete 764. Adescamento online, coercizione emotiva, richieste di autolesionismo e diffusione pubblica delle umiliazioni.
Secondo The Guardian, il giovane tedesco avrebbe sfruttato spazi digitali apparentemente innocui, come videogiochi e chat di gruppo, per guadagnarsi la fiducia delle vittime e manipolarle fino a renderle completamente dipendenti.
Un fallimento nella cooperazione internazionale
Il caso solleva interrogativi sulla lentezza delle autorità nel collegare i segnali d’allarme. Già nel 2021, il National Center for Missing & Exploited Children aveva segnalato un utente tedesco con il nome “White Tiger”, ma l’identificazione di Shahriar J. è avvenuta solo quattro anni dopo.
Oggi, dopo l’arresto, decine di famiglie in Germania e negli Stati Uniti hanno contattato la polizia temendo che i propri figli siano tra le vittime. Molti dei minori presenti nei file sequestrati non sono ancora stati identificati.
Una vicenda che scuote il web e la giustizia
Per la procura tedesca, il caso di Amburgo rappresenta solo la punta dell’iceberg di una rete globale di abusi che sfrutta la vulnerabilità dei più giovani.
White Tiger resta detenuto in un istituto minorile. Parte dei reati risale a quando aveva 16 anni. La sua figura è ormai divenuta simbolo di un nuovo tipo di criminalità digitale, che sfrutta la rete per esercitare potere, controllo e violenza a distanza.
