Visodent, la truffa dei dentisti a basso costo: spariscono sedi, cure e soldi

In Sicilia centinaia di pazienti lasciati senza cure e con finanziamenti attivi per prestazioni mai erogate. Si muovono le procure, interviene il Parlamento.

Visodent

Il panorama dell’odontoiatria privata in Italia è nuovamente scosso da una crisi senza precedenti, questa volta con epicentro in Sicilia. Protagonista negativo della vicenda è Visodent, un circuito di centri dentistici diffusi su tutto il territorio isolano. L’attività ha improvvisamente chiuso i battenti senza fornire alcuna spiegazione né ai pazienti né alle autorità. Centinaia di persone si ritrovano oggi non solo con terapie interrotte, ma anche con prestiti ancora da onorare e senza alcuna possibilità di recuperare la propria documentazione sanitaria.

Prezzi bassi e finanziamenti facili: il meccanismo Visodent

Uno dei principali elementi che aveva reso Visodent estremamente attrattiva era la politica di prezzi fortemente concorrenziali. Ad esempio, interventi come un’estrazione dentaria venivano proposti a 45 euro, ben al di sotto della media nazionale. Tuttavia, il vero fulcro del modello era l’accesso agevolato ai finanziamenti. I pazienti, spesso convinti da offerte iniziali allettanti, venivano indirizzati verso la sottoscrizione di prestiti finalizzati a coprire l’intero piano terapeutico.

Le finanziarie partner, come Sella Personal Credit (Banca Sella) e Compass (gruppo Mediobanca), trasferivano immediatamente i fondi alla clinica. Intanto, i pazienti si impegnavano a restituire le somme con rate mensili, anche quando – come è emerso ora – le prestazioni promesse non venivano mai completate o, in molti casi, nemmeno iniziate.

Cliniche scomparse e pazienti lasciati senza cure

La denuncia è partita da Palermo e si è rapidamente estesa a tutta la Sicilia. Sedi chiuse senza alcun preavviso, numeri telefonici disattivati, cartelle cliniche inaccessibili. Il disorientamento tra i pazienti è totale, e il danno non è solo economico. Molti sono stati lasciati con apparecchi dentali installati, interventi chirurgici incompleti o in attesa di trattamenti fondamentali per la salute orale.

La mancanza di comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda ha aggravato ulteriormente la situazione, alimentando la sensazione di essere stati vittime di una vera e propria sparizione organizzata.

L’intervento delle associazioni dei consumatori

L’associazione Codici Sicilia ha raccolto un numero crescente di segnalazioni e ha parlato apertamente di “abbandono terapeutico” e “lesione dei diritti dei consumatori”. Il segretario regionale, l’avvocato Manfredi Zammataro, ha confermato che è stato depositato un esposto in procura e che sono in preparazione azioni legali per tutelare i cittadini danneggiati.

Tra le richieste avanzate: la sospensione dei prestiti in essere, il rimborso delle somme già versate e l’obbligo per le finanziarie di rivedere i contratti firmati sulla base di prestazioni non erogate.

Un copione già visto: da Dentix a Visodent

Non si tratta del primo caso del genere. Il modello Visodent ricorda da vicino vicende come quelle di Dentix, Idental e Dental & Beauty: tutte realtà finite nell’occhio del ciclone per pratiche commerciali aggressive, gestione poco trasparente e chiusure repentine che hanno causato danni economici e sanitari ai pazienti. Come ha sottolineato ancora Zammataro, si tratta di uno “schema collaudato” che continua a ripetersi nel silenzio di un sistema privo di controlli adeguati.

La politica interviene: “Basta investitori privi di etica nel settore sanitario”

Il caso Visodent ha varcato i confini regionali ed è arrivato fino al Parlamento. Il senatore del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice ha invocato una riforma profonda del settore odontoiatrico. “È necessario – ha dichiarato – investire nell’odontoiatria pubblica e vietare l’accesso al mercato a società non costituite da professionisti iscritti all’albo. Solo così possiamo sottrarre il settore agli speculatori che trattano la sanità come un business fast food”.

La procura di Catania apre un’indagine per truffa

Nel frattempo, anche la magistratura ha avviato le prime indagini. La Procura di Catania, su coordinamento del procuratore aggiunto Fabio Scavone, ha aperto un fascicolo per truffa. Le prime denunce raccolte raccontano di pazienti che hanno anticipato migliaia di euro per impianti mai ricevuti. Le indagini dovranno accertare la catena di responsabilità, anche a livello societario e finanziario.

Federconsumatori: “La storia si ripete, serve una svolta normativa”

Anche Federconsumatori Sicilia è intervenuta sul caso, definendo la situazione un “grande déjà vu”. Il presidente Alfio La Rosa ha sottolineato come gli stessi errori e le stesse mancanze di tutele già viste nel caso Dentix si stiano riproponendo. Pazienti traditi, cliniche scomparse da un giorno all’altro e nessun reale strumento per tutelare chi resta con un danno alla salute e al portafoglio.

Una crisi che impone domande sul futuro della sanità privata

Il caso Visodent riaccende i riflettori sulla vulnerabilità del settore sanitario privato in Italia, soprattutto in contesti regionali fragili come quello siciliano. La mancanza di una rete pubblica efficiente spinge molti cittadini verso offerte apparentemente vantaggiose, spesso però prive di garanzie reali. La necessità di rafforzare i controlli, garantire l’accesso all’odontoiatria pubblica e regolamentare l’ingresso degli operatori privati diventa oggi una priorità inderogabile.