
Un semplice sguardo rivolto a una ragazza in una discoteca estiva potrebbe aver scatenato un’ondata di violenza feroce. È successo nella notte tra il 12 e il 13 luglio a Porto Palo di Menfi, nota località balneare dell’Agrigentino. Vittima un giovane egiziano di 19 anni, residente in zona. Sarebbe stato brutalmente aggredito da un gruppo di ragazzi.
Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il giovane si trovava in uno dei locali della zona di Menfi quando avrebbe incrociato lo sguardo con una ragazza. Poco dopo, è stato accerchiato da un gruppo di circa 30 persone, tra le quali almeno nove avrebbero partecipato attivamente al pestaggio.
Menfi e la furia del branco: botte, armi e odio razziale
L’aggressione si è consumata sull’arenile della spiaggia, trasformata in un teatro di violenza inaudita. Calci, pugni, insulti a sfondo razzista e poi le armi: un coltello, bottiglie rotte utilizzate come lame e persino un tirapugni. Il 19enne ripetutamente colpito da gruppo, ha perso conoscenza. Poi in condizioni gravi, l’hanno lasciato privo di sensi sulla sabbia.
I soccorsi sono arrivati poco dopo. Il ragazzo trasportato all’ospedale di Sciacca ha dovuto essere trasferito ad Agrigento per ricevere cure più adeguate. Dopo una settimana di ricovero, è stato dimesso con una prognosi di circa venti giorni.
Arrestati nove giovani, trovate armi durante le perquisizioni
Grazie alle testimonianze raccolte nelle ore successive, i carabinieri sono riusciti a identificare e fermare nove giovani, tutti di età compresa tra i 18 e i 21 anni. Le accuse per loro sono gravi: porto abusivo di armi e rissa aggravata. Tutti sono stati posti agli arresti domiciliari.
Durante le perquisizioni domiciliari, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale: un bastone telescopico, un coltello a serramanico, un tirapugni e perfino una pistola giocattolo priva del tappo rosso, potenzialmente confondibile con un’arma vera.
Possibili collegamenti con un’altra aggressione
Le indagini, tuttora in corso, non si limitano a questo episodio. Gli investigatori stanno infatti verificando se alcuni degli arrestati possano essere coinvolti anche in un’altra aggressione, avvenuta due mesi fa a Santa Margherita di Belice, nei confronti di un giovane tunisino ospite di una comunità di accoglienza della zona. Anche in quel caso, l’azione violenta aveva suscitato sdegno per il sospetto movente razzista.
Un territorio segnato da episodi ricorrenti di violenza
La provincia di Agrigento non è nuova a fatti del genere. Solo poche settimane fa, un altro episodio ha coinvolto alcuni minorenni in una rissa scoppiata per futili motivi, mentre lo scorso giugno una lite per una bottiglia di birra contesa è degenerata in violenza nel piazzale Giglia. Un segnale preoccupante di un clima sempre più teso, che richiede interventi urgenti e mirati da parte delle istituzioni e della comunità locale.