
L’Unione Europea e la Commissione in collaborazione con il Consiglio Europeo e il Parlamento, fissano regole che garantiscono sicurezza alimentare, tracciabilità e trasparenza delle informazioni per i cittadini. Le normative europee sono spesso criticate per la loro rigidità. Però, il loro obiettivo principale è stabilire standard comuni per proteggere i consumatori e favorire il commercio all’interno del mercato unico. Questo quanto fanno emergere i giornalisti Milena Gabanelli e Francesco Tortora. Dalle loro ricerche e inchieste il quadro che ci propongono è quello che segue.
Sicurezza alimentare: dalle crisi alle regole preventive
Gli anni ‘90 hanno visto una serie di scandali alimentari che hanno minato la fiducia dei consumatori. Dalla mucca pazza alle uova contaminate. Per evitare situazioni simili, nel 2002 l’UE ha introdotto il Regolamento 178/2002, che ha fissato principi chiave come la tracciabilità “dal produttore al consumatore”.
Precauzione, etichettatura e controlli dell’Unione Europea
L’Unione Europea adotta il principio regole precauzionali, che consente di vietare un prodotto anche in assenza di prove scientifiche definitive sulla sua pericolosità. Il Regolamento 1169/2011 impone etichette chiare con informazioni dettagliate su ingredienti, allergeni e valori nutrizionali, oltre all’obbligo di indicare il Paese di origine per vari prodotti. Inoltre, l’utilizzo del sistema di allerta rapida RASFF, verrebbero segnalate e gestite tempestivamente, eventuali minacce alla salute pubblica.
Unione Europea e le regole su ormoni, antibiotici e OGM
Dal 1988, l’UE vieta l’uso di ormoni negli allevamenti, a differenza degli Stati Uniti, dove sono ampiamente utilizzati. Anche l’uso di antibiotici è regolamentato: possono essere somministrati solo a scopo terapeutico per contrastare l’antibiotico-resistenza. Gli OGM sono permessi solo dopo attente valutazioni scientifiche e devono essere chiaramente etichettati.
Commercio e standard europei
Prima dell’armonizzazione normativa, esportare prodotti alimentari era un processo complesso e costoso. Oggi, grazie agli standard comuni, le imprese possono vendere i propri prodotti in tutti i Paesi UE senza ostacoli doganali o differenze normative, con un impatto positivo sull’export agroalimentare italiano, cresciuto da meno di 20 miliardi nel 2004 a oltre 69 miliardi di euro nel 2023.
Tutela delle Eccellenze: DOP e IGP
L’UE ha introdotto marchi come DOP e IGP per proteggere i prodotti tipici. Il marchio DOP garantisce che tutte le fasi di produzione avvengano in un’area geografica specifica, mentre l’IGP certifica che almeno una fase del processo produttivo si svolga in una zona determinata. L’Italia è il Paese con il maggior numero di prodotti certificati, un elemento che rafforza la competitività delle sue eccellenze agroalimentari.
Contraffazione e rischi per il Made in Italy
Nonostante le tutele, la contraffazione resta una piaga per il Made in Italy. Fuori dall’UE, il falso agroalimentare fattura 120 miliardi di euro l’anno. Avendo gli Stati Uniti come principale responsabile. I dazi e le imitazioni rischiano di ridurre la presenza dei veri prodotti italiani sul mercato internazionale, minacciando la nostra economia agroalimentare.
Le normative europee hanno migliorato la sicurezza alimentare, semplificato il commercio interno e protetto le eccellenze locali. Tuttavia, le sfide rimangono, soprattutto nella lotta alla contraffazione e nella gestione delle relazioni commerciali globali. Un quadro normativo equilibrato e aggiornato resta essenziale per tutelare consumatori e imprese.