L’Unione Europea valuta l’abolizione dell’ora legale: “Non serve più a nulla”

La Commissione Ue spinge per eliminare il cambio stagionale dell’orario, ma molti Stati membri restano contrari. Intanto, cresce il consenso dei cittadini europei per dire addio al cambio di lancette.

ora legale

La Commissione Europea torna a discutere sull’abolizione dell’ora legale. Durante la plenaria di Strasburgo, il commissario per i Trasporti e il Turismo sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha ribadito che lo spostamento delle lancette “non ha più alcun fine” e non produce più alcun risparmio energetico per nessun settore.

Secondo il commissario, l’ora legale è ormai una pratica superata: nata negli anni ’70 come risposta alla crisi energetica, oggi non offre più vantaggi concreti, ma comporta invece complicazioni sanitarie e sociali, soprattutto per bambini e anziani, più sensibili ai cambiamenti del ritmo sonno-veglia.

Ora legale abolizione: un cambiamento voluto dai cittadini europei

La Commissione ha avviato una consultazione pubblica online a cui hanno partecipato oltre 4,6 milioni di cittadini europei, un record assoluto. L’esito è stato chiaro: la maggioranza ha chiesto la fine dei cambi stagionali dell’ora.

I cittadini europei vogliono la fine di questa assurdità”, ha dichiarato Tzitzikostas. La proposta della Commissione è già stata approvata dal Parlamento europeo nel 2021, ma resta bloccata al Consiglio, dove gli Stati membri non hanno ancora raggiunto una posizione condivisa.

Divisioni tra gli Stati: la Spagna guida il fronte abolizionista

Durante l’ultimo Consiglio Ue sull’Energia, la Spagna è stata tra i Paesi più attivi nel rilanciare la discussione. Anche il premier Pedro Sánchez ha espresso pubblicamente la sua contrarietà al cambio stagionale, definendolo “un’abitudine ormai priva di senso”.

Perché la proposta diventi legge, serve una maggioranza qualificata tra gli Stati membri, oltre al via libera definitivo del Parlamento europeo. Al momento, però, questa maggioranza non esiste: e la riforma resta ferma.

Origini storiche dell’ora legale: una misura nata in tempi di guerra

L’ora legale venne introdotta per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale, anche in Italia nel 1916, con l’obiettivo di risparmiare carbone e sfruttare meglio la luce naturale per l’illuminazione.
L’idea di “spostare” un’ora di luce serale era stata teorizzata già nel XVIII secolo da Benjamin Franklin, e poi ripresa da William Willett all’inizio del Novecento.

Pro e contro nel dibattito moderno

Nel contesto attuale, il confronto si divide tra due principali punti di vista:

Pro ora legale (argomento economico e ambientale):

  • Garantisce un leggero risparmio energetico durante i mesi primaverili ed estivi.

  • In Italia, secondo Terna, si parla di milioni di kWh risparmiati ogni anno, con conseguente riduzione delle emissioni di CO₂.

Pro ora solare (argomento biologico e sanitario):

  • L’ora solare è più in linea con il ritmo circadiano umano, favorendo un sonno regolare e un migliore equilibrio psicofisico.

  • Mantenere l’ora solare significa maggiore esposizione alla luce del mattino, fondamentale per l’umore, la concentrazione e il benessere generale.

  • Se si mantenesse l’ora legale tutto l’anno, in inverno il sole sorgerebbe molto tardi, costringendo milioni di persone a iniziare la giornata al buio.

Il futuro dell’ora legale in Europa

Per ora, la proposta di abolizione resta in sospeso. Il Parlamento ha già espresso il suo parere favorevole, ma senza l’accordo del Consiglio non è possibile procedere.

Nel frattempo, la Commissione continua a raccogliere dati e valutazioni per comprendere gli impatti complessivi — economici, energetici e sanitari — del cambio stagionale.

Una cosa però è certa: la maggioranza dei cittadini europei è pronta a dire addio al rituale del cambio d’ora, giudicato sempre più anacronistico in un continente che punta a un modello energetico efficiente e sostenibile.