Vite spezzate in un cantiere di Napoli: ennesima strage silenziosa sul lavoro

Un'altra tragedia sul lavoro scuote l’Italia: tre operai muoiono precipitando da un montacarichi a Napoli. La dinamica è ancora da chiarire, ma la domanda resta sempre la stessa: perché continuiamo a ignorare la sicurezza?

napoli lavoro

Venerdì 25 luglio si è consumata a Napoli l’ennesima tragedia sul lavoro. Tre operai sono morti all’istante precipitando da un montacarichi mentre lavoravano alla ristrutturazione di un edificio in via Domenico Fontana, nel quartiere Vomero. L’incidente si è verificato intorno alle 9:40 del mattino, mentre i tre uomini erano impegnati su un’impalcatura mobile per interventi ai piani superiori di una palazzina di sei livelli.

Le circostanze del crollo non sono ancora del tutto chiare. Ciò che invece è tristemente certo è che tre famiglie sono state spezzate in un istante. Il bilancio delle vittime sul lavoro in Italia continua ad aumentare inesorabilmente.

I primi accertamenti: indagini in corso

Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza l’area del cantiere. Le indagini sono state affidate agli agenti dell’ufficio prevenzione generale della questura di Napoli. Le autorità hanno avviato i rilievi per determinare le responsabilità e comprendere le cause effettive del disastro.

La Procura di Napoli ha preso subito in mano la situazione: presenti sul luogo il procuratore aggiunto Antonio Ricci, che coordina la sezione “lavoro e colpe professionali”, e la sostituta procuratrice Stella Castaldo, in stretto contatto con il procuratore capo Nicola Gratteri. L’obiettivo è accertare se siano state rispettate tutte le norme previste in materia di sicurezza nei cantieri e se vi siano responsabilità da parte dell’impresa o dei datori di lavoro.

La politica si mobilita, ma le parole non bastano più

A seguito dell’incidente, è intervenuto anche Tullio Ferrante, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e deputato napoletano di Forza Italia. “Esprimo il mio più sincero cordoglio per le tre vittime del drammatico incidente sul lavoro – ha dichiarato –. Una tragedia che ci scuote profondamente e che rafforza l’impegno delle istituzioni nella tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Ferrante ha sottolineato l’importanza di rafforzare i controlli e promuovere una cultura della prevenzione, auspicando un maggiore investimento nella sicurezza, ma per molti lavoratori queste dichiarazioni suonano come un doloroso déjà vu, parole sentite già troppe volte dopo ogni nuova tragedia.

Una strage che si consuma nell’indifferenza

Il dramma di Napoli si inserisce in un lungo elenco di episodi tragici sul lavoro che scandiscono la cronaca italiana. Ogni anno centinaia di lavoratori perdono la vita in circostanze evitabili, spesso per la mancanza di adeguate misure di protezione, manutenzione carente o l’assenza di controlli rigorosi.

Il fatto che tre operai siano precipitati da un montacarichi solleva interrogativi scomodi: l’attrezzatura era a norma? Era stato effettuato il collaudo? Chi aveva il compito di garantire che tutto fosse in sicurezza? In assenza di risposte, resta una sola certezza: la sicurezza sul lavoro continua ad essere trattata come un costo da ridurre, anziché un valore da difendere.

La vera domanda: quanto vale la vita di un lavoratore?

È impossibile restare indifferenti di fronte all’ennesima perdita di vite umane. Ed è altrettanto difficile accettare che tragedie del genere si verifichino ancora nel 2025, in un paese che si dichiara avanzato, ma in cui la sicurezza nei luoghi di lavoro è ancora un miraggio per molti.

Perché ci ostiniamo a ignorare la prevenzione? Perché, nonostante ogni tragedia, non si interviene con una riforma strutturale dei controlli nei cantieri? C’è una cultura del lavoro che va profondamente riformata, dove il profitto non può più avere la meglio sulla dignità e sulla vita delle persone.

Non basta più piangere i morti e invocare la sicurezza a tragedia avvenuta. È il momento di agire, con fermezza e determinazione. Perché finché un lavoratore morirà cadendo da un ponteggio, il sistema sarà irrimediabilmente fallito.