
Sul Monte Faito, a oltre 1.100 metri d’altezza, il cielo si è tinto di tragedia. Il silenzio spezzato da un grido e la tragedia. Doveva essere una tranquilla giornata di primavera tra le bellezze del Golfo di Napoli. Invece, una cabina della storica funivia che collega Castellammare di Stabia alla vetta è precipitata nel vuoto a causa della rottura improvvisa di un cavo. Quattro persone hanno perso la vita: tre turisti e il macchinista, Carmine Parlato. Una donna, unica sopravvissuta, è stata trasportata d’urgenza in elicottero all’ospedale del Mare di Napoli in condizioni gravissime.
Il dramma sul Monte Faito: pomeriggio tragico
L’incidente è avvenuto poco dopo le 14:30. Il meteo era incerto, la nebbia fitta. Le operazioni di soccorso, ostacolate dalla scarsa visibilità e dal terreno impervio, sono durate ore. La speranza di trovare superstiti si è affievolita col passare del tempo, fino alla conferma, arrivata dopo le 18, tramite un post sui social dell’amministratore delegato di Eav, Umberto De Gregorio: «La cabina a monte è caduta. Si temono vittime». Era la tragica conferma di ciò che in molti temevano.
Chi c’era a bordo: le vittime
A bordo della cabina precipitata viaggiavano cinque persone: due coppie di turisti stranieri – due di nazionalità inglese, una israeliana – e il macchinista, Carmine Parlato, volto noto tra i dipendenti dell’Eav. Solo una donna è sopravvissuta, mentre gli altri quattro sono deceduti nell’impatto. Nella cabina in discesa, invece, erano presenti nove passeggeri rimasti illesi grazie al sistema di sicurezza che ha bloccato la corsa a venti metri dal suolo. I soccorritori li hanno tratti in salvo uno a uno, imbragandoli.
Monte Faito: inchiesta e dubbi sulla sicurezza
La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Il fascicolo, al momento contro ignoti, è nelle mani della Polizia di Stato. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato un’indagine ministeriale approfondita per fare chiarezza su eventuali responsabilità e verificare il rispetto delle condizioni di sicurezza. Il giorno dell’incidente era infatti stata diramata un’allerta meteo di colore giallo, con rischio temporali a partire dalle 14. Nonostante ciò, l’impianto era in funzione.
Una storia segnata da ferite
Non è la prima volta che la funivia del Faito è teatro di un grave incidente. Il 15 agosto 1960, un guasto ai freni causò la discesa incontrollata di una cabina fino ai binari della Circumvesuviana, provocando quattro morti e 31 feriti. Dopo quella tragedia, l’impianto ha subito vari interventi di ammodernamento. L’ultima chiusura per lavori è durata quattro anni, con riapertura nel 2016. Lo scorso anno aveva registrato oltre 100mila passeggeri, confermandosi una delle attrazioni più amate della regione.
Una comunità sotto shock
Tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia c’era anche la moglie del macchinista, sconvolta e in lacrime. L’intera comunità è colpita da un dolore profondo. La montagna, che regala ogni giorno panorami mozzafiato, è oggi teatro di un incubo. Mentre le autorità cercano risposte, resta il dolore per le vite spezzate e l’urgenza di fare luce su quanto accaduto, affinché tragedie simili non si ripetano.