
A Terno d’Isola, comune bergamasco scosso dal tragico omicidio di Sharon Verzeni nel luglio 2024, l’iniziativa promossa dall’amministrazione per presidiare le vie cittadine ha sollevato forti critiche. La cosiddetta “passeggiata della sicurezza”, tenutasi venerdì 2 maggio, si è trasformata in un caso politico. Il sindaco Gianluca Sala l’ha definita un gesto di cittadinanza attiva, volto a rafforzare il senso di sicurezza e la presenza sul territorio. Ma l’opposizione ha lanciato l’allarme: “non si tratta di un’azione civile, ma di ronde ideologiche organizzate con la partecipazione esclusiva di gruppi neofascisti”.
Terno d’Isola: il ricordo di Sharon Verzeni
L’iniziativa si è svolta proprio nei luoghi dove, la sera del 30 luglio 2024, Sharon Verzeni, giovane barista di 33 anni, fu uccisa a coltellate da Moussa Sangare. La vittima stava camminando per le vie del paese con le cuffiette, in un percorso quotidiano di allenamento in vista del suo matrimonio. Un crimine che ha segnato profondamente la comunità di Terno d’Isola e riacceso il dibattito sulla sicurezza urbana.
Il sindaco: “Un gesto simbolico, aperto a tutti”
Il primo cittadino Sala ha partecipato alla camminata indossando una pettorina gialla, accanto a cittadini e rappresentanti del Comune. “È un modo per stare accanto alla popolazione, controllare i luoghi pubblici e dimostrare che l’amministrazione è presente”, ha dichiarato. E ha aggiunto: “Non invitiamo e non escludiamo nessuno. L’iniziativa è stata comunicata anche alla Prefettura”. Secondo Sala, si tratta di un’occasione per costruire un dialogo positivo con i cittadini.
L’opposizione: “Iniziativa strumentalizzata da forze estremiste”
Di tutt’altro avviso è il Partito Democratico, che denuncia una deriva ideologica dell’iniziativa. Il segretario provinciale Gabriele Giudici ha sottolineato come all’evento non abbia partecipato nessun residente, ma esclusivamente membri di gruppi dichiaratamente di estrema destra, come “Roccaforte Bergamo” e “La Cannoniera”. Entrambi hanno precedenti partecipazioni a commemorazioni neofasciste e ad azioni legate all’ideologia della “Remigrazione”.
“Una democrazia non può tollerare che soggetti con idee antidemocratiche presidino il territorio con il supporto istituzionale. Le ronde non rappresentano sicurezza, ma una pericolosa forma di giustizia privata”, ha dichiarato Giudici.
Preoccupazioni locali: “Non è questa la strada per la sicurezza”
Anche Simone Lazzaris, segretario del PD locale, ha espresso dure critiche. “Comprendiamo la richiesta di maggiore sicurezza da parte dei cittadini, ma ciò non può avvenire con manifestazioni dal chiaro sapore propagandistico o muscolare. Coinvolgere gruppi che nulla hanno a che vedere con la convivenza civile è un errore grave”. Lazzaris si è detto disponibile a un confronto con il sindaco per costruire proposte concrete e inclusive, ma ha messo in guardia contro la legittimazione di presenze radicali nel tessuto sociale del paese.
Il nodo della rappresentanza democratica
La polemica riaccende un interrogativo centrale: qual è il ruolo di un’amministrazione pubblica in materia di sicurezza? E come garantire che tali iniziative non diventino strumenti di propaganda ideologica? Le critiche del centrosinistra pongono un punto fermo: la sicurezza non può essere appaltata a gruppi che si rifanno a ideologie antidemocratiche, ma deve essere costruita attraverso strumenti istituzionali, inclusivi e condivisi.