STMicroelectronics, sciopero ad Agrate: partecipazione record e tensione

Oltre 800 lavoratori in piazza contro il piano di riorganizzazione: sindacati uniti, produzione in difficoltà e un futuro occupazionale incerto.

STMicroelectronics

È stato uno sciopero di grande impatto quello organizzato nello stabilimento STMicroelectronics di Agrate Brianza, dove più di 800 lavoratori hanno aderito alla mobilitazione sindacale, animando la manifestazione davanti ai cancelli di via Olivetti. Secondo le stime della Fiom Cgil, l’adesione ha raggiunto il 70%, generando significative difficoltà operative in diversi reparti.

Mentre i sindacati parlano apertamente di reparti fermi, l’azienda non ha confermato tale versione, dichiarando che nessuna linea produttiva è stata ufficialmente interrotta. La redazione di MonzaToday ha richiesto un commento ufficiale, ma al momento STMicroelectronics non ha rilasciato dati precisi sull’impatto interno dello sciopero.

Manifestazione e corteo: lavoratori in marcia

Fin dalle prime ore della mattinata di mercoledì 21 maggio, i dipendenti si sono radunati all’ingresso dello stabilimento, esponendo bandiere, striscioni e ascoltando gli interventi dei rappresentanti sindacali. Il clima, segnato da tensione e determinazione, si è infiammato ulteriormente con l’organizzazione improvvisa, ma autorizzata, di un corteo.

Il serpentone di lavoratori ha sfilato lungo la strada che conduce al vicino casello autostradale, generando rallentamenti al traffico per circa 15 minuti. Una dimostrazione di forza che ha sottolineato il malcontento crescente tra le maestranze.

Le ragioni della protesta: 800 esuberi in vista

L’origine dello scontro risiede nel piano di riorganizzazione annunciato dalla multinazionale, che prevede oltre 2.800 esuberi su scala globale. Il sito di Agrate Brianza risulterebbe tra i più colpiti, con almeno 800 lavoratori potenzialmente in uscita.

Il segretario della Fiom Cgil, Pietro Occhiuto, ha lanciato un messaggio chiaro: “Il sito di Agrate ha risposto compatto. Non possiamo accettare un progetto che punta a smantellare un polo produttivo d’eccellenza. Il nostro obiettivo è difendere il lavoro, la professionalità e il futuro del territorio.”

L’allarme riguarda anche i contratti a termine: 97 non saranno rinnovati entro l’estate, sebbene l’azienda abbia comunicato l’intenzione di stipularne 200 di nuovi. Una mossa che non rassicura i sindacati, i quali vedono in questi numeri il rischio di un ricambio precario più che di un reale rafforzamento dell’organico.

Sindacati all’attacco: serve un piano alternativo

Secondo Occhiuto, l’attuale piano industriale è privo di visione e mette a repentaglio la continuità produttiva. “Non tutela l’occupazione, non valorizza le competenze, non offre garanzie. Chiediamo al Governo e a STMicroelectronics di assumersi le proprie responsabilità. È il momento di scelte coraggiose e investimenti veri su Agrate.”

La mobilitazione non si ferma qui. Le sigle sindacali annunciano una stagione di lotta lunga e determinata. L’obiettivo è quello di riscrivere da zero la strategia aziendale, con un coinvolgimento diretto delle istituzioni e della comunità locale.

Lavoro e diritti nel 2025: una sfida ancora aperta

Il contesto attuale dimostra quanto la battaglia per un lavoro stabile e dignitoso sia ancora centrale nel dibattito sociale. I lavoratori italiani – e non solo – continuano a scontrarsi con dinamiche aziendali che mettono a rischio la sicurezza e la qualità dell’occupazione.

Dalla lotta al precariato alla necessità di garantire condizioni di lavoro sicure, la vertenza di Agrate è il simbolo di una più ampia sfida che riguarda l’intero tessuto produttivo italiano. La tutela del lavoro resta, ancora oggi, uno dei nodi cruciali per costruire un futuro sostenibile e giusto.