Scabbia in forte aumento in Italia: +750% in tre anni, allarme nuovi focolai

La scabbia torna a preoccupare in Italia con una crescita allarmante dei casi: le cause, i sintomi e le strategie per contrastarla efficacemente.

Scabbia aumento

Negli ultimi tre anni, la scabbia è tornata a rappresentare una seria minaccia per la salute pubblica in Italia. Secondo i dati ufficiali della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), alcune regioni hanno visto un aumento dei casi fino al 750%. In particolare, il Lazio e la città di Bologna sono diventati centri nevralgici della nuova ondata epidemica, come documentato da studi pubblicati su Infectious Diseases of Poverty e Sexually Transmitted Infections.

Le radici della recrudescenza: pandemia e fattori ambientali

Il trend in crescita aveva cominciato a manifestarsi già tra il 2017 e il 2018, ma è stato il periodo post-pandemico a causare il vero boom. Il confinamento prolungato durante l’emergenza Covid-19 ha costretto molte persone a vivere in ambienti chiusi e sovraffollati, creando condizioni ideali per la trasmissione del parassita responsabile della scabbia, il Sarcoptes scabiei. Alla riapertura, l’aumento dei contatti sociali e degli spostamenti internazionali ha fatto il resto, contribuendo alla rapida espansione dei focolai.

Scabbia: resistenza farmacologica complica i trattamenti

Una delle cause più preoccupanti dell’aumento dei casi è la crescente difficoltà nel trattare efficacemente l’infestazione. Il trattamento più comune, a base di permetrina in crema, ha mostrato risultati sempre meno soddisfacenti. Gli specialisti ipotizzano che ciò sia dovuto a fenomeni di adattamento dell’acaro, che potrebbe aver sviluppato resistenza alla molecola attraverso mutazioni genetiche o meccanismi enzimatici. A peggiorare la situazione, anche un uso scorretto del farmaco: è essenziale applicarlo in modo preciso e trattare anche i contatti stretti, anche se asintomatici, per evitare reinfestazioni.

La scabbia come emergenza di sanità pubblica

SIDeMaST e altri organismi di ricerca parlano apertamente di una “minaccia emergente per la salute pubblica”. Oltre agli ambienti familiari, i focolai più estesi si stanno verificando in strutture collettive come residenze socio-assistenziali (RSA), scuole e ospedali. La densità abitativa e la difficoltà nel contenere tempestivamente i casi favoriscono una rapida diffusione dell’infestazione, rendendo più complesso il lavoro di medici e operatori sanitari.

Come riconoscere la scabbia: sintomi e segnali da non ignorare

Il sintomo principale della scabbia è un intenso prurito, che peggiora durante la notte. A questo si associano piccole lesioni cutanee localizzate soprattutto tra le dita, sui polsi, intorno all’ombelico e nella zona genitale. La trasmissione avviene principalmente per contatto diretto prolungato con una persona infetta, ma può avvenire anche tramite asciugamani, lenzuola o abiti contaminati. Alla comparsa dei primi segni, è fondamentale rivolgersi al medico: la diagnosi precoce consente un trattamento più rapido ed efficace.

Cure e precauzioni: come intervenire correttamente

Il trattamento standard prevede l’applicazione di permetrina topica su tutto il corpo, generalmente da ripetere a distanza di una settimana. È indispensabile che anche le persone che convivono con il paziente vengano trattate, anche se asintomatiche, per interrompere il ciclo di trasmissione. Inoltre, lenzuola, asciugamani e abiti devono essere lavati ad alte temperature per eliminare ogni residuo del parassita.

Chi è più esposto al rischio? Le categorie vulnerabili

Secondo gli esperti, ci sono gruppi di popolazione particolarmente a rischio. Tra questi:

  • Bambini e adolescenti, per la loro presenza costante in ambienti affollati come scuole e palestre.

  • Anziani, in particolare coloro ospitati nelle RSA, dove il contatto ravvicinato e le condizioni di salute preesistenti possono favorire il contagio.

  • Migranti e senzatetto, che spesso vivono in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene, ideali per la diffusione dell’acaro.

La prevenzione è fondamentale

Il ritorno in grande scala della scabbia in Italia rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. Oltre al trattamento farmacologico, la chiave è nella prevenzione: igiene, tempestività nella diagnosi, trattamento dei contatti e attenzione nelle comunità più fragili sono elementi essenziali per contenere l’infezione e prevenire nuovi picchi. Il fenomeno merita un monitoraggio continuo e un intervento coordinato a livello nazionale.