
Il Festival di Sanremo, oltre a essere il palcoscenico della canzone italiana, è da sempre un luogo privilegiato in cui si intrecciano emozioni, sentimenti e racconti di vita. Poco fa, in conferenza stampa, a sei ore dal fischio di inizio, Carlo Conti si commuove, ricordando che la sua mamma lo ha allevato da sola, curando ogni sera una tavola apparecchiata per lui e per lei, un dignitoso esempio che gli fa scorrere una lacrima sul volto. Una donna, dice Conti, che gli ha insegnato onestà e rispetto. Applausi e lacrime anche per Bianca Guaccero.
E se vincesse la mamma?
Simone Cristicchi è in effetti da brividi, la sua mamma, nella canzone, torna bambina per una malattia, nata il 20 marzo 1946, va con la Repubblica Italiana verso le ottanta primavere. Tra le altre canzoni, ascoltate ieri in prova generale, tormentoni estivi saranno Gaia, The Kolors, Clara, e ahimè Elodie che non vincerà neanche stavolta. Delude Marcella con vivaci ballerine, tanti non reggono l’impatto con l’orchestra, Olly e Tony Effe, Giorgia resta favorita, sorprende Noemi e allora se tornasse il buon vecchio caro cliché della mamma? Tra le tematiche che hanno trovato spazio nelle canzoni presentate alla kermesse, quella della figura materna occupa un posto speciale. La mamma, simbolo di amore incondizionato, protezione e nostalgia, è stata celebrata in brani che hanno segnato la storia della musica italiana.
Uno dei pezzi più iconici dedicati alla madre è senza dubbio Mamma di Beniamino Gigli, presentata nel 1940 e poi riproposta al festival come classico e Son tutte belle le mamme del mondo, scritta da Giuseppe Fanciulli (musica) e Mario Panzeri (testo) nel 1954. Fu interpretata da Gino Latilla e divenne rapidamente un classico della canzone italiana.
Negli anni, altre canzoni hanno affrontato il tema
Mamme di Toto Cutugno è stata presentata al Festival nel 1989, Portami a ballare del 1992, e vince Luca Barbarossa.
Un esempio parallelo è Sei forte papà di Gianni Morandi, presentata nel 1976, che in realtà mette in risalto il ruolo del padre come Io e Mio Padre Grazia di Michele 1990.
Nel 1995, Enrico Ruggeri porta a Sanremo Il portiere di notte, un brano intimo e malinconico che racconta il legame profondo tra un figlio e sua madre. Più recentemente, nel 2016, Enrico Ruggeri torna all’Ariston con Il primo amore non si scorda mai, una canzone che, pur trattando il tema dell’amore romantico, lascia trasparire che il primo vero amore nella vita sia proprio quello per la madre.
Uno dei momenti più emozionanti della storia recente del Festival è stato nel 2021 con la canzone Bianca luce nera degli Extraliscio con Davide Toffolo che, pur non essendo esplicitamente dedicata alla madre, contiene richiami alla figura materna come simbolo di una luce rassicurante che guida l’esistenza.
Nel 2022, Giovanni Truppi porta sul palco Tuo padre, mia madre, Lucia, una ballata che parla di famiglia e delle relazioni affettive fondamentali.
Se guardiamo al passato più recente, un’altra canzone che ha emozionato il pubblico sanremese è Lettera di Ron, presentata nel 2014, in cui il cantautore scrive alla madre con parole intrise di nostalgia e gratitudine.
Il Festival di Sanremo, una calda coperta intrecciata di tradizione, comfort e buon senso, non rivela sorprese, continua a essere un contenitore di storie universali, e la figura materna, italianissima, con il suo carico di amore e sacrificio, rimane una delle fonti di ispirazione più potenti per gli artisti che calcano il plexiglass dell’Ariston.