Sanremo 2025: sempre più Eurovision, con autori ripetitivi e regia poco fluida

Il festival di Sanremo sta assumendo le caratteristiche dell’Eurovision, con un’estetica che guarda all’Europa piuttosto che alla tradizione italiana

sanremo eurovision

La prima serata del Festival di Sanremo 2025 non ha riservato grandi sorprese. Se da un lato la macchina dello spettacolo è stata impeccabile nella sua precisione tecnica, dall’altro il contenuto musicale ha lasciato spazio a un’omogeneità che però, pensiamoci, va a vantaggio della gara! Per chi ha voglia di proseguire ad ascoltare e vedere le serate si apre una domanda vera: a parte Giorgia per voce e Cristicchi per il testo, chi emergerà nel breve volgere di cinque giorni? Non si sa chi vince! Evviva, dico io; ma andiamo con ordine.

Autori ripetitivi e canzoni omogenee: il limite del Festival

Le canzoni in gara si somigliano molto, sia per struttura che per temi trattati, e ciò non sorprende se si osservano gli autori che ne stanno dietro: un gruppo ristretto che ha firmato la stragrande maggioranza dei brani in competizione.

Federica Abbate si conferma la penna più prolifica con ben sette brani, seguita da Davide Simonetta (cinque canzoni) e Davide Petrella (tre brani). Una concentrazione che ha inevitabilmente sollevato critiche, poiché su 30 brani in gara, 20 sono stati scritti da un piccolo gruppo di 11 autori, rendendo il panorama musicale sanremese sempre più autoreferenziale. In un contesto in cui il Festival dovrebbe rappresentare la varietà della musica italiana, si avverte invece una certa standardizzazione delle proposte, le trovate in dialetto restano, appunto, trovate estemporanee, ma non convincono, tante armonie imitano i Califano, Bertè, De Gregori.

Brunori Sas, Lucio Corsi e Cristicchi: le voci fuori dal coro

A rompere questa uniformità ci sono Brunori Sas, Lucio Corsi e Simone Cristicchi, che portano brani più originali e distintivi. Anche la riproposizione del duo Blanco-Mahmood per Noemi mostra una tendenza alla ripetitività, ma è al contempo garanzia di successo. Marcella sembra tentare un’operazione nostalgica alla Loredana Bertè, senza però raggiungere la stessa intensità e rabbia espressiva.

Uno spettacolo impeccabile, ma privo di personalità

Dal punto di vista visivo e tecnico, Sanremo 2025 conferma l’evoluzione della sua macchina produttiva. Tuttavia, la regia appare prevedibile, con un montaggio che tende a ripetersi senza particolari guizzi creativi. Il festival sta assumendo le caratteristiche dell’Eurovision, con un’estetica che guarda all’Europa piuttosto che alla tradizione italiana.

L’uso di un software, già visto all’Eurovision di Torino, permette un controllo quasi chirurgico sulle inquadrature, sugli effetti di luce e sulla scenografia, rendendo ogni esibizione quasi identica alla precedente. Questo porta a un’esperienza visiva molto costruita e prevedibile: le riprese si alternano con un rigore prestabilito, senza lasciare spazio alla spontaneità. Se da un lato questo garantisce coerenza e precisione, dall’altro sacrifica l’imprevedibilità e il pathos che un evento dal vivo dovrebbe avere.

Tra gli elementi più riusciti, vanno segnalate le riprese aeree di Sanremo, che offrono un punto di vista suggestivo sulla città, e la performance energica di Jovanotti, che nonostante un aspetto più asciutto del solito, mantiene la sua verve.

La scelta di far intervenire Papa Francesco nel Festival ha suscitato più di una perplessità. Se da un lato l’idea di avvicinare la Chiesa al pubblico generalista può avere un valore comunicativo, dall’altro l’Ariston non sembra il contesto più adatto per un pontefice.

La gara: chi emerge davvero?

Se il panorama musicale risulta piuttosto uniforme, alcune esibizioni riescono comunque a distinguersi. Cristicchi si fa notare per la profondità del testo, Giorgia per la qualità vocale, mentre Willie Peyote porta un tocco di innovazione e contemporaneità.

In un’edizione in cui le canzoni si assomigliano così tanto, la competizione diventa più imprevedibile, meno male, proprio perché il voto sarà determinato da dettagli minimi e dai gusti degli ascoltatori e delle giurie. Aspettiamoci dunque di godere di una bella gara e sana competizione. Dopo tante vittorie annunciate, vinca il migliore.