
Quest’anno le canzoni di Sanremo sono quasi tutte ballate romantiche. Carlo Conti ha dichiarato apertamente che non ha scelto brani di carattere politico e in nessun modo problematiche di attualità. Eccezion fatta per il testo di Simone Cristicchi sulla malattia della madre che ha già vinto il Premio Lunezia.
La parola più ricorrente: amore
Rkomi racconta la solitudine del digitale, Rocco Hunt la nostalgia di chi lascia là propria terra; Noemi canta “Se t’innamori muori”; Olly risponde con “Balorda nostalgia”.
La parola più ricorrente nei brani è “amore”, seguono “occhi, vita, cuoricini, battito e paura”. L’Accademia della Crusca ha trovato interessanti i cantautori Brunori sas e Lucio Corsi, per il resto tanti giri di parole con poco senso.
L’analisi dei 29 brani
Proviamo a fare un’analisi del sentimento generale del nostro Paese che emerge da questa antologia di 29 pezzi: potremmo dire che, si evince una calma piatta, poco spirito rivoluzionario, amori difficili e poco poco altro. E neanche questi chiacchierati rapper sembrano scandalosi. Si è tutto molto annacquato di fronte alla ribalta sanremese: un baraccone filo governativo che non propone niente di veramente provocatorio e scandaloso. La parola “paura”, ricorrente, fa riflettere. Se facciamo un paragone con quello che era successo a Sanremo quarant’anni fa, nel 1985, vediamo una Italia sempre uguale. Presentava Pippo, avevano vinto i Ricchi e Poveri, secondo Luis Miguel prodotto da Toto Cutugno, terza Gigliola Cinquetti oggi ripescata come campionessa di “Ora o mai più” sabato sera di Rai1 (ma vi ricordate qualcosa di più di “non ho l’età”?). Ascoltatevi una playlist di quella edizione.
Da Sanremo 1985 ai giorni nostri. Cosa è cambiato?
Nel 1985 io ero molto piccolo ma all’epoca mi sembravano già vecchi e i Ricchi e Poveri (eppure sono ancora qui sulla cresta dell’onda ndr) e vinsero con se mi innamoro, Luis Miguel invece con “Noi ragazzi di oggi” promuoveva l’idea dei giovani: l’indipendenza, l’idea dell’essere invincibili e con un grande futuro davanti. Poi la Cinquetti e al quarto posto “Sei sulla buona strada” di Riccardo Fogli, anche lui a “Ora o mai più, e su questo volevo soffermarmi, invece. Era una canzone positiva e ottimista, un’occasione di dire a tutti “andiamo avanti con coraggio”, motto emblematico degli anni ’80. Come avere qualcosa di positivo davanti a noi noi avevamo fiducia e una grande forza. Noi avevamo la possibilità di fare delle cose, avevamo gli spunti di un’Italia bella felice anche per certi aspetti.
E così, di quell’anno, troviamo “Il viaggio” di Mango che vinse il premio della critica che diceva che c’era una tempesta sopra di noi. Ora sarà vero che nel 2025 siamo tutti dentro una continua crisi permanente, mi hanno spiegato i miei allievi, un caravanserraglio di cose vecchie e nostalgie che vengono dai nostri genitori e che noi non saremo in grado di risolvere, il mondo ha una data di scadenza … sta per finire tutto. Ma sarà vero?
Eppure non si potrebbe avere lo stesso un po’ di speranza, non si potrebbe cercare di essere un po’ positivi, la giovinezza è sempre lì: basterebbe chiudere un pochino la televisione e magari ritornare a vivere in una maniera semplice con una dose di speranza e di ottimismo. Questo ci auguriamo che possa trapelare anche se non dai testi, almeno dall’atmosfera della settimana sanremese.