Sanae Takaichi entra nella storia: è la prima donna premier del Giappone

Leader ultraconservatrice del Partito Liberal-Democratico, Takaichi ha ottenuto la maggioranza al primo turno grazie all’alleanza con il Partito dell’Innovazione. Il suo governo dovrà affrontare sfide economiche, politiche e sociali in un Giappone ancora lontano dalla parità di genere.

Sanae Takaichi

Per la prima volta nella storia del Giappone, una donna è stata eletta alla guida del governo. Sanae Takaichi, 64 anni, è diventata premier dopo essere stata confermata leader del Partito Liberal-Democratico (LDP) all’inizio del mese. Il voto alla Camera Bassa del Parlamento le ha assegnato 237 preferenze, contro le 149 ottenute dall’ex premier Yoshihiko Noda, rappresentante dell’opposizione, su un totale di 465 seggi.

Una vittoria garantita dalla coalizione

La vittoria di Takaichi è stata resa possibile dall’accordo politico siglato alla vigilia con il Partito dell’Innovazione (Nippon Ishin, JIP), che le ha assicurato la maggioranza parlamentare necessaria per la nomina.
Il nuovo esecutivo, atteso già entro la fine della settimana, si troverà ad affrontare questioni cruciali: la debole crescita economica, le relazioni con Washington e una crisi interna al LDP, segnata da recenti scandali di corruzione.
Con Takaichi, il Giappone arriva al quarto premier in cinque anni, segno di una stabilità politica ancora fragile.

Sanae Takaichi: una conservatrice ispirata alla “Iron Lady”

Ammiratrice di Margaret Thatcher, Takaichi rappresenta l’ala più tradizionalista del partito di governo. Le sue posizioni, tuttavia, non rispecchiano le aspettative dei movimenti femministi. Si è espressa contro l’introduzione del doppio cognome per le donne sposate, ha difeso la successione maschile nella famiglia imperiale e si è dichiarata contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nonostante le promesse di un gabinetto “equilibrato sul piano di genere”, solo due donne figurano nel nuovo governo: Satsuki Katayama (Finanze) e Kimi Onoda (Sicurezza economica).

Le prime reazioni internazionali

L’elezione di Takaichi ha suscitato reazioni e congratulazioni da tutto il mondo.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha espresso su X la volontà di “rafforzare la partnership tra Giappone e Unione Europea”.
Parole simili anche da Ursula von der Leyen, che ha sottolineato come la nomina rappresenti “un momento storico per il Giappone e un’opportunità per consolidare i legami economici e di sicurezza tra UE e Tokyo”.
Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha inviato un messaggio di auguri, ricordando i valori condivisi di “libertà, democrazia e stabilità globale”.

Un Paese ancora lontano dalla parità di genere

Nonostante la storica elezione, il Giappone resta indietro sul fronte dell’uguaglianza.
Nel Rapporto 2025 del World Economic Forum sul divario di genere, Tokyo si colloca al 118º posto su 148 Paesi.
Solo il 15% dei membri della Camera Bassa sono donne, un dato che riflette le difficoltà di accesso femminile alla vita politica.
Takaichi, che ha parlato apertamente della propria esperienza con la menopausa, ha dichiarato di voler sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della salute e del benessere femminile — ma le sue scelte politiche restano improntate a una visione tradizionale della società.

Un nuovo capitolo per il Giappone

Con Sanae Takaichi, il Giappone apre un capitolo simbolico ma controverso della propria storia politica.
La sua leadership sarà messa alla prova non solo sul piano economico e diplomatico, ma anche su quello sociale. Soprattutto in un Paese che dovrà decidere se la prima donna premier rappresenti davvero l’inizio di un cambiamento. Oppure sarà solo una parentesi nella lunga tradizione conservatrice nipponica.