Tre anni di inferno: “Sei così brutta che devi morire”

Una ragazza di 17 anni, con un lieve ritardo cognitivo, è stata vittima per anni di pesanti vessazioni da parte di tre coetanee. Offese, umiliazioni e video su TikTok: ora le autrici sono a processo per atti persecutori.

3 anni inferno vittima

Clara (nome di fantasia) oggi ha 17 anni, ma il dolore che porta dentro risale a quando ne aveva appena 13, vivendo a scuola tre anni d’inferno. Da allora, ha vissuto un incubo fatto di umiliazioni quotidiane, insulti crudeli e un isolamento che si è fatto sempre più profondo. Le responsabili? Tre coetanee — Gioela, Francesca e Stefania — che l’hanno presa di mira per il suo aspetto fisico e per una lieve disabilità che non le impedisce di condurre una vita normale.

Le frasi che spezzano e l’inferno che vivi dentro

Tra le frasi più feroci: “Sei così brutta che devi morire”, “Hai la scabbia”, “Perché vivi sulla Terra?”. Le ragazze, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si accanivano su Clara quasi ogni giorno, per tre anni, tra le aule della scuola e le strade di un quartiere nella periferia sud di Roma, facendole vivere un vero inferno.

TikTok e chat: tre anni di crudeltà amplificata dai social

Oltre agli insulti diretti, le tre hanno diffuso video su TikTok in cui prendevano in giro le persone con ritardi cognitivi, riferendosi apertamente a Clara. In una chat, creata ad hoc e dal nome volutamente offensivo “Scabbius”, si scambiavano messaggi ancora più violenti: “Ti diamo fuoco”, “Hai i pidocchi”. Un costante bombardamento di odio che ha avuto effetti devastanti sulla giovane vittima.

L’isolamento e la sofferenza silenziosa

Nel tempo, Clara ha iniziato a chiudersi sempre di più in sé stessa. Ha perso entusiasmo per la scuola, parlava sempre meno, evitava i contatti. Le lacrime e il dolore non riuscivano a fermare le sue aguzzine. Anzi, sembrava che le sue reazioni alimentassero ulteriormente la crudeltà.

Il coraggio di chiedere aiuto

Solo dopo anni, trovando la forza in un momento di disperazione, Clara ha raccontato tutto ai suoi genitori. I due hanno immediatamente sporto denuncia. Il caso è ora al vaglio del tribunale: le tre imputate sono state rinviate a giudizio per atti persecutori. Due di loro sono già state ammesse alla messa alla prova; anche la terza ha chiesto di intraprendere un percorso simile.

Le scuse in ritardo e la lunga strada per guarire

In aula, le tre ragazze hanno chiesto perdono a Clara. Ma il dolore inflitto non si cancella con delle parole. Il cammino di guarigione per lei sarà lungo, forse infinito. Questa vicenda evidenzia ancora una volta l’urgenza di combattere il bullismo con strumenti concreti, educazione all’empatia e una presenza più attenta degli adulti nella vita degli adolescenti.