Referendum: non votare è un diritto sacrosanto

Non rispettare coloro che decidono di non andare a votare è violare la democrazia

non votare

Non presentarsi alle urne e decidere di non votare un referendum inutile e sbagliato è un diritto di tutti. Questa volta ci tocca essere d’accordo con i “compagni” che nel 2003 fecero una campagna a favore del non voto pubblicando manifesti con quanto abbiamo riportato in grassetto.

I Padri Costituenti e il referendum

I “Padri Costituenti” ebbero un ruolo fondamentale nella creazione dell’attuale sistema di referendum in Italia, inserendoli nella Costituzione che elaborarono tra il 1946 e il 1947. Reduci dall’esperienza della dittatura fascista, erano molto sensibili alla necessità di garantire la sovranità popolare ed evitare che il potere si concentrasse eccessivamente nelle mani del Parlamento o dell’esecutivo. Per questo, considerarono gli strumenti di democrazia diretta, come il referendum, come un importante contrappeso alla democrazia rappresentativa.

Il referendum abrogativo (art. 75)

Il referendum abrogativo permette ai cittadini (attraverso la raccolta di 500.000 firme ndr) o a cinque Consigli regionali di chiedere l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. I Costituenti hanno voluto questo strumento per dare ai cittadini la possibilità di intervenire direttamente sul corpo legislativo, abrogando norme che non ritengono più opportune o giuste.

Per la validità di questo referendum è previsto il quorum di partecipazione. Deve votare la maggioranza degli aventi diritto al voto. Questa soglia la introdussero i Padri Costituenti per evitare che decisioni importanti fossero prese da una minoranza, riflettendo la loro preoccupazione di bilanciare la democrazia diretta con la stabilità istituzionale e la rappresentatività.

Schlein e Conte a caccia di voti

Sia Elly Schlein che Giuseppe Conte stanno trasformando i referendum in un’occasione per galvanizzare l’elettorato di centrosinistra al grido di un Paese più giusto sia per i lavoratori che per gli extracomunitari. La segretaria del Pd e il presidente dell’ormai defunto M5s, hanno duramente criticato la posizione del premier Giorgia Meloni per aver pubblicamente dichiarato che si presenterà al seggio ma non ritirerà le schede.

E’ chiaro che ai due “alleati” poco importi del futuro dei lavoratori. Lo dimostrano gli anni dei loro governi durante i quali non sono riusciti a far null’altro se non affossare la categoria. Schlein e Conte puntano a rendere cittadini italiani in tempi decisamente brevi tutti gli extracomunitari per una sola ragione: ottenere il loro voto.

Votare o non votare?

Ognuno è responsabile delle proprie scelte e quindi può decidere se andare a votare oppure no. Ma, a differenza delle elezioni politiche, non andare a votare un referendum non significa mancare di rispetto ai nostri avi che hanno combattuto per permetterci di vivere in un Paese democratico.

Consiglio (non richiesto) a Elly Schlein

Cara Elly, mancano poche ore all’apertura dei seggi. Sei ancora in tempo a convincere i tuoi elettori ad andare al mare. Se mai venisse raggiunto il quorum e ci fosse una prevalenza di “sì”, Landini ti farà le scarpe.