Re Carlo priva Andrea del titolo di principe: la caduta definitiva del fratello

Una decisione storica a Buckingham Palace: il duca di York perde titoli e onori reali per via dei legami con Jeffrey Epstein. Un gesto senza precedenti nella monarchia moderna.

Re Carlo III

Buckingham Palace ha ufficialmente avviato il procedimento per privare Andrea, fratello minore di re Carlo III, del titolo di principe. La notizia, diffusa con una dichiarazione concisa di tre paragrafi, segna un momento storico: il 65enne, coinvolto nello scandalo Epstein, verrà d’ora in poi identificato come Andrew Mountbatten-Windsor, perdendo così ogni stile, titolo e onorificenza reale.

Il palazzo ha inoltre comunicato che Andrea dovrà lasciare la sua residenza ufficiale, la Royal Lodge, per trasferirsi in una proprietà privata. Si tratta di una punizione eccezionale, mai vista dai tempi dell’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936.

Le ragioni della caduta: lo scandalo Epstein

La decisione arriva dopo nuove rivelazioni sui rapporti di Andrea con il criminale sessuale Jeffrey Epstein, morto suicida nel 2019 mentre attendeva il processo per traffico di minori. Al centro della vicenda, le accuse di Virginia Roberts Giuffre, che sosteneva di essere stata costretta a rapporti con il principe.
Andrea ha sempre respinto ogni accusa, ma il suo racconto è apparso poco credibile all’opinione pubblica, soprattutto dopo la disastrosa intervista concessa alla BBC nel 2019, che ne minò definitivamente l’immagine.

La Giuffre, autrice di un libro di memorie recentemente pubblicato, si è tolta la vita in Australia lo scorso aprile, aggiungendo un’ulteriore ombra al caso.

Re Carlo agisce per salvare l’immagine della monarchia

La scelta di re Carlo di intervenire direttamente nasce dal timore che lo scandalo potesse danneggiare la fiducia dei cittadini nella monarchia.
Secondo fonti di palazzo, il sovrano avrebbe emesso mandati reali per cancellare i titoli di Andrea dal Peerage Roll, evitando così di coinvolgere il Parlamento. L’obiettivo era evitare che l’istituzione reale venisse trascinata in un dibattito politico su questioni giudicate “personali e dannose”.

Carlo avrebbe inoltre ottenuto il sostegno del principe William e di altri membri della famiglia. Tutti decisi a preservare l’immagine pubblica della Corona in un periodo già difficile per la monarchia britannica.

Da duca di York a cittadino comune

Il fratello del re ha già perso il titolo di duca di York, oltre all’appellativo di Sua Altezza Reale, e non parteciperà più agli eventi ufficiali. Anche l’invito al tradizionale Natale di famiglia a Sandringham gli è stato revocato.

Andrea si trasferirà in una dimora privata all’interno dei terreni di Sandringham, proprietà personale del sovrano. Il re, secondo il palazzo, lo sosterrà economicamente con fondi privati, mentre la sua ex moglie Sarah Ferguson non riceverà ulteriori aiuti dalla famiglia reale.

Una pagina amara per Re Carlo e la storia dei Windsor

Il caso Andrea rappresenta uno dei momenti più difficili per la monarchia britannica. Da Edoardo VIII a oggi, nessun altro membro della famiglia reale aveva subito un tale declassamento pubblico.
A differenza del principe Harry, che pur avendo rinunciato ai doveri reali mantiene ancora il titolo di duca di Sussex, Andrea sarà d’ora in poi un semplice cittadino, escluso dalla vita di corte.

Secondo un sondaggio del National Center for Social Research, solo il 54% dei britannici considera ancora “molto” o “abbastanza importante” mantenere la monarchia — un crollo rispetto all’86% del 1983. Il caso Andrea rischia di aggravare ulteriormente questa crisi di fiducia.

Epilogo di un declino lungo un decennio

Già nel 2019, dopo la sua intervista televisiva, Andrea aveva rinunciato a ogni incarico pubblico. Successivamente, con la causa civile intentata da Giuffre nel 2022, aveva perso anche i titoli militari onorifici. Il processo si concluse con un accordo extragiudiziale, finanziato in parte dalla regina Elisabetta II, senza ammissione di colpa.

La morte della sovrana nel 2022 lasciò Andrea sempre più isolato e la disputa sulla sua residenza londinese divenne l’ultimo segnale di una rottura ormai inevitabile.
Oggi, con la revoca ufficiale del titolo di principe, si chiude definitivamente il suo capitolo nella storia della monarchia britannica.