
Erano le 10:20 di lunedì 16 giugno quando tre rapinatori hanno fatto irruzione nella storica oreficeria “Monti” di via dei Cavalieri, nel centro di Rimini. Vestiti completamente di nero, con cappellini e passamontagna a coprire il volto, i malviventi avevano un chiaro obiettivo: mettere a segno la rapina in oreficeria, in pieno giorno. Ma il loro piano è fallito grazie al sangue freddo del titolare, Ernestino Monti, 65 anni, e di sua moglie, che insieme hanno opposto una resistenza inattesa.
La rapina in oreficeria: il segnale sospetto e la trappola
Tutto è iniziato quando un uomo vestito di nero si è avvicinato alla vetrina del negozio fingendo di parlare al telefono. Monti, insospettito dal comportamento dell’individuo che dava le spalle e cercava di non farsi vedere in volto, ha aperto la porta per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa. Ma proprio in quel momento, altri due complici sono apparsi dall’altro lato della strada, scattando verso l’ingresso.
Rapina del blitz armato e la reazione istintiva
I tre banditi si sono precipitati all’interno della gioielleria. Uno di loro ha afferrato l’orafo per il collo e gli ha puntato contro una pistola, gridandogli: “Guarda che è vera!”. In quei secondi di pura tensione, Monti non ha esitato: ha deciso di lottare, pur con un’arma a pochi centimetri dal volto. “È stato un gesto istintivo”, ha raccontato poi, mostrando il taglio sul mento provocato da un colpo inferto con il calcio della pistola.
Il ruolo decisivo della moglie
Durante la colluttazione, anche la moglie di Monti ha avuto un ruolo determinante. La donna ha affrontato i rapinatori cercando di respingerli, contribuendo in modo decisivo alla loro fuga. Il duo ha così messo in crisi i piani dei tre malviventi, che non si aspettavano una reazione tanto decisa. “È stata una vera e propria battaglia. A un certo punto mi sono detto: ora combatto. E per fortuna è finita bene”, ha dichiarato Monti.
Indagini in corso sulla rapina, l’oreficeria riapre
Dopo aver messo in fuga i banditi, il titolare ha sporto immediatamente denuncia. I carabinieri hanno avviato un’indagine per identificare i responsabili, acquisendo immagini da eventuali telecamere e raccogliendo testimonianze. Nonostante l’aggressione subita e il giorno di riposo saltato, la gioielleria è tornata pienamente operativa già il giorno successivo. I clienti hanno accolto Monti con stima e ammirazione, notando però quel segno sul mento che racconta più di mille parole.