Prezzo latte, intesa raggiunta: da gennaio sarà pagato 54 centesimi al litro

Accordo tra allevatori, industria e Ministero: definito il valore del latte per i primi tre mesi dell’anno e introdotte misure per sostenere la filiera.

Latte prezzo

La filiera lattiero-casearia italiana ha finalmente trovato un punto d’intesa al tavolo convocato dal Ministero dell’Agricoltura, chiudendo una fase di incertezza che stava mettendo in seria difficoltà migliaia di aziende. Dopo ore di confronto tra allevatori, industrie di trasformazione e rappresentanti istituzionali, è stato stabilito il prezzo del latte alla stalla per i primi tre mesi dell’anno: 54 centesimi al litro per gennaio, seguiti da 53 centesimi per febbraio e 52 per marzo. Una soluzione che prova a riportare equilibrio in un mercato fortemente scosso negli ultimi mesi.

In Italia il prezzo è crollato drasticamente negli ultimi mesi del 2025, raggiungendo livelli insostenibili per gli allevatori (sotto i 50 centesimi/litro), causando allarme nel settore a causa dei costi crescenti e dell’eccesso di produzione.

Tensioni legate al crollo del prezzo spot del latte

La necessità di trovare un’intesa nasce dal brusco calo del prezzo spot registrato nel corso dell’autunno. In estate il latte aveva raggiunto 68,3 centesimi al litro, mentre a novembre la quotazione era precipitata a 47,9 centesimi, un livello che non copriva più i costi di produzione per molte stalle. Questa caduta improvvisa non è stata casuale. L’incremento della produzione di latte in diversi Paesi europei, soprattutto Germania, Francia e Olanda, ha determinato un’eccedenza che si è rapidamente riversata sui mercati, comprimendo i prezzi a livello continentale.

Per gli allevatori italiani il timore più grande era legato alle ricadute immediate sui contratti. A partire da gennaio, circa un 10% delle forniture disdettate rischiava di non trovare rinnovo proprio a causa dell’eccesso di prodotto disponibile. Il rischio? Vedere una parte significativa del latte prodotta quotidianamente rimanere senza destinazione. In alcune aree, come la Lombardia, cuore produttivo del Paese, si stimavano addirittura fino a 5.000 quintali di latte privi di sbocchi commerciali.

Latte: le misure inserite nell’intesa economica

Per scongiurare scenari critici, l’accordo non si limita a fissare un prezzo temporaneo. È stato definito anche un pacchetto di interventi pensato per sostenere tanto gli allevatori quanto l’intera filiera. Tra questi spiccano iniziative mirate all’internazionalizzazione delle imprese, attività di promozione dei prodotti lattiero-caseari sui mercati esteri e campagne informative dedicate al consumo interno. Il Ministero ha inoltre confermato l’attivazione del bando indigenti. La procedura consente di destinare parte della produzione a programmi sociali, e la progettazione di un meccanismo tecnico per evitare che le aziende superino la propria media produttiva, prevenendo così nuove eccedenze.

La soddisfazione degli allevatori

La reazione delle principali associazioni agricole è stata immediata. Secondo Coldiretti, la definizione del nuovo prezzo non rappresenta solo un’intesa economica ma un vero segnale di fiducia. Per un comparto che nella situazione attuale stava vivendo settimane di grande preoccupazione. In una nota, l’organizzazione ha sottolineato come la soluzione raggiunta sia essenziale per assicurare continuità alle stalle e per garantire che “non venga lasciato a terra neppure un litro di latte”. Un messaggio che sintetizza quanto la stabilità del settore sia considerata cruciale. Soprattutto per realtà del made in Italy agroalimentare, fondamento di molte filiere produttive nazionali.

Una tregua in un contesto europeo complesso

L’accordo non risolve tutte le criticità, ma rappresenta un passo necessario in un contesto influenzato da dinamiche ben più ampie del mercato italiano. La produzione europea in crescita continuerà infatti a condizionare l’andamento dei prezzi. Una situazione che sta costringendo Governi e operatori a monitorare costantemente l’evoluzione delle quotazioni. L’intesa raggiunta al Ministero dell’Agricoltura offre però una tregua importante, che permette alle imprese di programmare le attività dei prossimi mesi senza il timore di un ulteriore crollo dei ricavi.