
In Italia più di 100.000 tra bambini e adolescenti convivono con una forma particolarmente pericolosa di obesità chiamata obesità grave. Non si tratta di un semplice sovrappeso, ma di una condizione cronica e insidiosa, che può compromettere profondamente la salute sin dalla tenera età.
Secondo i dati più recenti del sistema di sorveglianza OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 2,6% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è affetto da questa condizione. Una stima che, utilizzando i parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), assume contorni ancora più allarmanti.
Obesità, conseguenze devastanti: -15 anni di vita
“L’obesità grave in età evolutiva non è solo una questione estetica, ma una minaccia reale per la salute, anche a breve termine”, afferma il prof. Claudio Maffeis, ordinario di Pediatria all’Università di Verona.
Le conseguenze immediate includono:
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Ipertensione
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Diabete di tipo 2
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Dislipidemia
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Steatosi epatica (fegato grasso)
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Disturbi psicosociali come ansia, isolamento e bassa autostima
Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è il dato sull’aspettativa di vita: i bambini con obesità grave rischiano di vivere fino a 15 anni in meno rispetto ai coetanei normopeso.
L’appello dei pediatri: intervenire subito, tra i 6 e i 9 anni
La Società Italiana di Pediatria (SIP), riunita a Napoli in occasione del congresso nazionale, sottolinea con urgenza l’importanza della diagnosi precoce e dell’intervento tempestivo, idealmente tra i 6 e i 9 anni, quando è ancora possibile modificare in modo efficace l’indice di massa corporea (BMI).
I pediatri ribadiscono che non bisogna aspettare, perché ogni ritardo complica il trattamento. Infatti, mentre oltre il 50% dei bambini in età prescolare risponde positivamente ai programmi di miglioramento dello stile di vita, solo il 2% degli adolescenti tra i 14 e i 16 anni mostra benefici simili.
Come riconoscere l’obesità grave: i segnali da non ignorare
Il ruolo del pediatra è fondamentale per identificare le forme gravi di obesità e distinguerle da quelle secondarie legate a:
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Fattori genetici
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Terapie farmacologiche
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Patologie endocrine
Segnali d’allarme da tenere presenti:
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Esordio del sovrappeso prima dei 5 anni
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Difficoltà cognitive
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Iperfagia (fame incontrollabile)
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Disformismi
Un indicatore semplice da osservare in famiglia è il rapporto vita/statura: se la circonferenza vita supera il 50% dell’altezza, è già un campanello d’allarme; oltre il 60%, il rischio è molto alto.
Famiglia e prevenzione: l’imitazione è la chiave
I bambini apprendono per imitazione. Ecco perché un ambiente familiare sano e attivo è cruciale. I genitori che mangiano bene, fanno attività fisica e mantengono abitudini equilibrate diventano modelli positivi.
Le strategie consigliate dagli esperti includono:
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Controlli regolari dal pediatra
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Alimentazione bilanciata
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Attività fisica quotidiana, adattata anche in presenza di difficoltà motorie
No a diete improvvisate, no all’uso autonomo di farmaci. L’obesità grave è una malattia complessa, da affrontare in centri specializzati con equipe multidisciplinari.
Quando dieta e sport non bastano: serve un approccio integrato
Molti bambini con obesità grave presentano limitazioni fisiche e psicologiche che impediscono loro di partecipare con successo a programmi standard. In questi casi, è indispensabile affiancare l’intervento nutrizionale con la terapia cognitivo-comportamentale, preferibilmente coinvolgendo tutta la famiglia.
Questo approccio ha dimostrato di:
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Migliorare la motivazione
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Modificare abitudini disfunzionali
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Favorire il cambiamento duraturo dello stile di vita
La nuova frontiera terapeutica: obesità, farmaci e innovazioni
Oltre agli approcci tradizionali, oggi si stanno affacciando anche nuove terapie farmacologiche. Tra queste, i farmaci agonisti del recettore GLP-1, già utilizzati negli adulti, sono ora prescrivibili anche per adolescenti dai 12 anni in presenza di obesità grave con complicanze o dopo il fallimento degli interventi comportamentali.
Questi farmaci:
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Regolano fame e sazietà
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Riducendo il peso corporeo
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Migliorano i fattori di rischio cardiometabolico
Sono però prescrivibili solo in strutture accreditate, sotto stretta supervisione medica.
In arrivo anche:
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Terapie multi-agoniste su più recettori ormonali
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Setmelanotide, per forme rare di obesità monogenica
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Metreleptina, nei casi di deficit di leptina
Agire ora per salvare una generazione
L’obesità grave nei bambini non può più essere ignorata o sottovalutata. È una patologia cronica, che riduce la qualità e la durata della vita. Intervenire nei primi anni di scuola, con il supporto di pediatri, famiglie e strutture specializzate, può davvero cambiare il destino di questi bambini.
Ogni giorno di ritardo può fare la differenza. L’allarme è chiaro. Ora tocca a noi ascoltarlo.