Nicola Pietrangeli, addio alla leggenda che ha acceso il tennis italiano

Il mondo dello sport saluta il suo campione più iconico: Paolo Bertolucci ricorda l’uomo che per primo trasformò il tennis azzurro in un sogno possibile.

Nicola Pietrangeli

La notizia della scomparsa di Nicola Pietrangeli ha scosso l’intero movimento tennistico italiano. Paolo Bertolucci, tra i grandi protagonisti della Coppa Davis, ha commentato così la sua morte: “È un gran brutto lunedì”.
Nelle sue parole c’è tutto il peso di un’eredità unica: “Per noi è stato il primo vero eroe del tennis. Da ragazzini lo guardavamo incantati, nel bianco e nero delle prime sfide di Davis. Era il nostro capitano nella vittoria del 1976 in Cile, un leader carismatico e un giocatore che nessuno potrà mai dimenticare”.

Una carriera che ha riscritto la storia

Nicola Pietrangeli, spentosi a 92 anni, resta l’unico tennista italiano inserito nella Hall of Fame. Un riconoscimento che sintetizza la grandezza di un atleta capace di dominare i campi di terra battuta negli anni d’oro del tennis europeo.
Ancora oggi detiene record che sembrano destinati a rimanere imbattuti:

  • 164 partite disputate in Coppa Davis, più di chiunque altro nella storia;

  • 78 vittorie in singolare e 42 in doppio nella competizione;

  • Una partnership storica con Orlando Sirola: 34 successi su 42 incontri, la coppia italiana più vincente di sempre.

Paradossalmente, l’unico trionfo nella competizione arrivò non da giocatore, ma da capitano, nel 1976, guidando l’Italia al successo contro il Cile.

Il saluto della famiglia: “Una figura iconica dello sport”

In una nota ufficiale, la famiglia ha annunciato la scomparsa del campione: “Con profondo dolore comunichiamo la morte di Nicola Pietrangeli, avvenuta oggi circondato dall’affetto dei suoi cari”.
Il comunicato sottolinea il suo ruolo centrale non solo nello sport, ma nella cultura italiana: “Esempio di eleganza, talento e dedizione, ha lasciato un segno indelebile dentro e fuori dal campo. La sua ironia, la passione e lo spirito competitivo rimarranno per sempre un patrimonio condiviso”.
Nei prossimi giorni verranno resi noti i dettagli delle esequie e gli eventuali momenti pubblici dedicati al ricordo.

Il campione della Dolce Vita

Figura carismatica e amatissima, Pietrangeli ha incarnato lo spirito della Dolce Vita romana, tanto da diventare un’icona riconoscibile anche oltre i confini del tennis.
Tra il 1957 e il 1964 fu considerato stabilmente tra i migliori dieci giocatori al mondo, quando ancora le classifiche ATP non esistevano e a stilare le graduatorie erano i giornalisti specializzati.

I trionfi che lo hanno consacrato

Il suo nome resterà per sempre legato agli exploit sulla terra rossa di Parigi:

  • Roland Garros 1959 e 1960, due vittorie che lo proiettarono tra i fuoriclasse dell’epoca;

  • Due titoli agli Internazionali d’Italia, la sua Roma;

  • 48 titoli complessivi tra singolare e doppio;

  • Oro ai Giochi del Mediterraneo 1963 e bronzo nel doppio;

  • Bronzo nel torneo dimostrativo ai Giochi di Città del Messico 1968.

Celebre la sua battuta, rimasta nella memoria collettiva:
“Se mi fossi allenato di più avrei vinto di più, ma mi sarei divertito di meno.”

Un’eredità che nessuno potrà cancellare

Pietrangeli non è stato solo un campione: è stato un personaggio, un uomo capace di intrecciare sport, cultura e leggenda personale. “Nicola era il tennis italiano”, ha detto Bertolucci. “Dopo la perdita di Lea Pericoli, se ne va un altro pezzo della nostra storia”.
Con la sua ironia, il suo talento naturale e il suo senso dello spettacolo, ha insegnato all’Italia cosa significasse essere protagonisti nel mondo della racchetta.

La sua eredità continuerà a vivere nei ricordi degli appassionati, nei giovani che sognano di imitarlo e nei campi che portano il suo nome.