
Una processione, un conflitto, e poi gli spari. È il tardo pomeriggio del 13 aprile. Le strade di Napoli sono attraversate da centinaia di fedeli, i “fujenti”, i devoti che ogni anno, a piedi scalzi, rendono omaggio alla Madonna dell’Arco con una processione che ha il sapore del sacro e del popolare.
Ma in via Giovanni Tappia, una traversa alle spalle della movimentata piazza Garibaldi, la devozione lascia improvvisamente spazio al caos.
Una lite furibonda tra donne accende la miccia. Le urla si alzano tra la folla, poi l’imprevedibile: un uomo arriva a bordo di un’auto, scende e in pochi secondi esplode dei colpi di pistola.
Spari alla processione: panico tra i fedeli e due uomini feriti
Le urla cambiano tono, diventano grida di terrore. La folla si disperde, travolta dal panico. Due uomini vengono raggiunti dai proiettili. Uno ha 23 anni, l’altro 31. Il primo viene trasportato d’urgenza all’ospedale del Mare di Ponticelli, il secondo al Vecchio Pellegrini.
Fortunatamente, entrambi sono fuori pericolo. Ma la città resta col fiato sospeso.
La pista investigativa: un uomo misterioso e un movente oscuro
Gli investigatori del commissariato Vicaria si muovono rapidamente. La pista principale conduce a quell’uomo armato: sarebbe intervenuto nella lite tra le donne, ma non è ancora chiaro se i colpi fossero indirizzati a qualcuno in particolare o sparati per intimidire.
Si indaga su tutto: i rapporti tra i coinvolti, il possibile movente, la dinamica esatta. I testimoni parlano di un’aggressione improvvisa, quasi teatrale nella sua violenza. L’uomo sarebbe fuggito subito dopo gli spari, facendo perdere le sue tracce.
Un caso aperto nel cuore di Napoli
La polizia raccoglie testimonianze, analizza i filmati delle telecamere di sorveglianza, segue piste che si intrecciano tra tensioni personali e dinamiche ancora da decifrare.
Nel frattempo, la comunità resta scossa. La tradizione del pellegrinaggio, simbolo di fede e speranza, è stata violata da una scena di violenza urbana che ha lasciato un segno profondo.