
Il procedimento giudiziario a carico di Marco Castoldi, in arte Morgan, accusato di stalking e diffamazione aggravata nei confronti della ex compagna Angelica Schiatti, continua a trascinarsi. Il 1° luglio, presso il Tribunale di Lecco, l’udienza che avrebbe dovuto segnare un punto di svolta è stata rinviata al 9 settembre 2025. A determinare il rinvio è stata una nuova mossa della difesa, che ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in merito alla normativa sullo stalking.
L’avvocata Rossella Gallo, legale del cantautore, contesta la rigidità dell’articolo del codice penale che non consente l’estinzione del reato tramite condotta riparatoria. Una possibilità invece prevista per altri tipi di reati. Secondo la difesa, questa disparità rappresenterebbe una violazione del principio di uguaglianza e proporzionalità sancito dalla Costituzione.
La frattura insanabile: 150mila euro chiesti, 15mila offerti
Uno dei nodi centrali del contenzioso è la questione economica. La parte civile, rappresentata dall’avvocata Maria Nirta, ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a 150mila euro, cifra che Morgan ha controbattuto con una proposta da 15mila euro. La distanza abissale tra le due cifre evidenzia l’impossibilità di giungere a un accordo e ha portato, di fatto, al fallimento della mediazione.
Secondo Schiatti, la cifra offerta non solo è inadeguata, ma sarebbe anche strumentale per prendere tempo: “Vuole sfinire me e i magistrati nella speranza che molli”, ha dichiarato.
Morgan e l’accusa di stalking: Codice Rosso e giustizia riparativa
Il procedimento prende le mosse nel 2020, quando Schiatti denuncia Morgan per stalking dopo la fine della loro relazione. Le accuse parlano di telefonate ossessive, messaggi minacciosi e tentativi di diffondere materiale privato, tanto da far attivare il Codice Rosso, protocollo d’emergenza per i casi di violenza di genere.
Nel corso delle udienze, Morgan ha chiesto scusa per il linguaggio utilizzato, ma ha sempre negato la volontà persecutoria. Nel settembre 2024, il cantautore ha scelto di intraprendere un percorso di giustizia riparativa, partecipando a incontri presso un centro antiviolenza milanese. Tuttavia, anche questo tentativo è naufragato: dopo due appuntamenti, Angelica Schiatti ha ritirato il consenso, accusando Morgan di sfruttare il percorso come una manovra dilatoria.
“Cinque anni di attesa sono già troppi”, ha commentato, “non intendo più proseguire su una strada che viene usata come diversivo”.
Morgan: “Nessuna colpa, solo un gesto civico”
Dopo l’udienza di luglio, Morgan ha rotto il silenzio sui social, pubblicando un video su Instagram in cui esprime la propria versione dei fatti. Secondo il cantautore, l’unico luogo in cui può far sentire davvero la sua voce è l’aula del tribunale, dove “non c’è inquisizione come quella dei giornali”.
Morgan ribadisce la sua innocenza, sostenendo che la somma offerta — 15mila euro — non è un’ammissione di colpa, ma un gesto simbolico di responsabilità civile: “Per me e la mia famiglia è un grande sacrificio”, ha scritto, “ma se venisse accettata, spero venga devoluta a un’associazione che difende le donne vittime di violenza vera”.
Verso settembre: attese, tensioni e un clima sempre più teso
Il rinvio a settembre non fa che alimentare il clima di tensione attorno a un caso che, oltre alle aule di tribunale, si sta giocando anche sui social network e nell’arena mediatica. Mentre Angelica Schiatti chiede giustizia per quanto subito, Morgan si difende strenuamente, proclamando la sua innocenza e attaccando quello che definisce un sistema inquisitorio mediatico.
L’appuntamento è ora fissato per il 9 settembre 2025, quando il tribunale dovrà decidere se accogliere l’eccezione di incostituzionalità o procedere con il processo. Intanto, l’attenzione pubblica resta alta e il caso promette ancora nuovi sviluppi e colpi di scena.