L’inchiesta: una rete tra affari e potere
Le indagini, coordinate dai pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunta Siciliano, si inseriscono in un’indagine più ampia sull’espansione edilizia milanese. Ben 24 perquisizioni sono state effettuate nelle scorse ore a carico di funzionari pubblici, imprenditori e progettisti. Coinvolti alcuni dei protagonisti dei progetti urbanistici più emblematici della città: da Porta Nuova allo Scalo di Porta Romana.
Il nodo centrale è il presunto asservimento degli uffici comunali agli interessi di una cerchia elitaria. Secondo la procura, “l’incontrollata espansione edilizia” avrebbe alimentato una degenerazione del sistema decisionale urbanistico, piegando l’interesse pubblico a favore di quello privato.
Il caso Pirellino: pressioni e favoritismi
Uno degli episodi chiave riguarda il progetto “P39-Pirellino”, dove Tancredi, su richiesta di Catella e Boeri, avrebbe interferito con la Commissione paesaggio per ottenere un parere favorevole, modificando una valutazione inizialmente negativa. Il tutto con l’obiettivo, secondo gli inquirenti, di garantire ritorni economici a Catella e al suo progettista. Al centro di queste manovre spunta ancora il nome di Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione, per il quale è stata richiesta la custodia cautelare in carcere.
La trama si allarga: altri nomi eccellenti
Oltre a Catella e Tancredi, la procura ha chiesto misure cautelari per altri quattro protagonisti dell’urbanistica milanese: Andrea Bezziccheri di Bluestone, gli architetti Alessandro Scandurra e Federico Pella, e lo stesso Marinoni. Pella, figura centrale in progetti come le Terme de Montel, si trovava all’estero al momento della notifica. Gli interrogatori sono fissati per il 23 luglio.
La politica insorge: Sala sotto pressione
Non si sono fatte attendere le reazioni politiche. Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle chiedono a gran voce le dimissioni del sindaco Beppe Sala, accusato di non aver vigilato su un sistema considerato compromesso. La Lega, più cauta, non chiede dimissioni ma riconosce il danno d’immagine arrecato alla città e chiede “scelte rapide per rilanciare lo sviluppo urbano”.
Un sistema che si ripete
Il procuratore Marcello Viola ha parlato apertamente di una situazione cronica, già culminata nei mesi scorsi con il sequestro di diversi cantieri e l’arresto di altri funzionari. L’allarme non riguarda più soltanto singoli episodi, ma un intero modello di governance urbanistica che pare aver perso il suo ancoraggio all’interesse pubblico.
Milano a un bivio
L’inchiesta riaccende l’annoso conflitto tra sviluppo e legalità, tra trasformazione urbana e opacità decisionale. Che Milano sia cresciuta in altezza e visibilità è innegabile. Ma oggi si misura con l’altra faccia del “modello Milano”: una stagione segnata da conflitti d’interesse, favoritismi e zone d’ombra che minacciano la credibilità delle istituzioni. E forse, anche il futuro stesso della città.