
Michele Morrone non si nasconde davanti alle telecamere di Belve, e racconta senza filtri il periodo più buio della sua vita. Dopo la fine del matrimonio con la stilista libanese Rouba Saadeh — madre dei suoi due figli — l’attore ha attraversato una spirale autodistruttiva. La relazione, iniziata nel 2010, è finita nel 2018, lasciandolo in uno stato di profonda depressione.
«Per superare il dolore, bevevo. Una bottiglia, poi due, ogni giorno. Fino a rischiare il coma etilico», confessa Morrone. Quel periodo lo ha segnato al punto da portarlo a una scelta radicale: «Non tocco alcol dal 2018». L’unico vizio rimasto, oggi, è la sigaretta. Della droga dice: «Non la disprezzo, ma mi fa paura. Mi toglierebbe il focus dai miei obiettivi: il cinema, la musica, la mia crescita».
Il distacco dal “sistema” italiano: «Non mi sono mai visto lì dentro»
Durante l’intervista con Francesca Fagnani, Morrone non risparmia critiche al panorama cinematografico italiano. Alla domanda su cosa lo rendesse così sicuro di sfondare a Hollywood, risponde secco: «Non mi sono mai visto nel circoletto italiano». Un mondo che, secondo lui, si autocelebra da decenni: «In Italia si premiano tra loro da trent’anni. A me del David non me ne frega niente».
L’attore sottolinea anche la differenza tra le star americane e quelle italiane: «A Hollywood trovi umiltà, anche tra chi ha vinto un Oscar. Qui, quell’umiltà non l’ho mai vista».
L’onda travolgente del successo globale
Il ruolo di Massimo Torricelli nella saga erotica 365 giorni ha trasformato Michele Morrone in un volto noto a livello mondiale. Ma il successo non è stato privo di effetti collaterali: «Mi è arrivato addosso come un cazzotto enorme», racconta.
L’exploit lo ha portato anche al suo primo ruolo da protagonista a Hollywood, accanto a Megan Fox, nel thriller fantascientifico Subservience diretto da SK Dale. Un’esperienza che segna un altro passo nella sua carriera internazionale.
Curiosità, libertà e ombre del passato
Morrone non ha problemi ad affrontare anche i lati più inaspettati della sua vita privata. Parlando del terzo capitolo di 365 giorni, in cui il suo personaggio bacia un altro uomo, l’attore rivela: «Mi è capitato anche nella vita reale. L’ho fatto per curiosità, ma non erano storie d’amore».
Il momento più surreale, però, riguarda una relazione durata oltre un anno. Secondo il suo racconto, la donna che frequentava gli avrebbe somministrato, all’insaputa di Morrone, delle «pozioni d’amore con fiori secchi». «Non ragionavo più bene. Quando me ne sono reso conto, è stato uno dei capitoli più oscuri della mia vita», dice con amarezza.
Oggi: consapevolezza e nuove direzioni
Oggi Michele Morrone è più consapevole, lucido, determinato. I traumi del passato lo hanno cambiato, ma non lo hanno fermato. Lontano dai riflettori del gossip e dai vizi che lo avevano travolto, guarda avanti: «Il cinema, la musica, la creatività. Sono questi i miei fuochi. E non voglio più perdere la rotta».