
Il maltempo che si è abbattuto sulle regioni alpine italiane ha lasciato segni profondi, e Bardonecchia, in Alta Val di Susa, è diventata tragico simbolo di questa ondata. Qui, l’esondazione improvvisa del rio Frejus ha travolto tutto: strade, ponti e, purtroppo, anche una vita umana. La vittima è Franco Chiaffrino, fruttivendolo settantenne, travolto da fango e detriti.
Dopo ore di paura e difficoltà, il sole è tornato a fare capolino su Bardonecchia, portando con sé un primo spiraglio di speranza. Gli svincoli autostradali della A32 sono stati riaperti e anche la circolazione ferroviaria regionale è ripresa regolarmente. Tuttavia, la situazione non è ancora del tutto sotto controllo: molte strade sono ancora invase dal fango e la stima complessiva dei danni rimane incerta. I residenti evacuati per precauzione possono ora rientrare nelle loro abitazioni, ma il bilancio resta pesante.
Frane e colate di detriti isolano Cortina: il Cadore sotto assedio
Spostandosi verso il Veneto, la situazione non migliora. Il Cadore è alle prese con nuove colate detritiche che, nel corso della notte, hanno colpito la SS51 di Alemagna tra San Vito e Cortina d’Ampezzo. La frana, proveniente dal gruppo del Sorapiss, ha travolto la carreggiata per circa 100 metri con una massa alta fino a 4 metri. Il torrente Boite è stato raggiunto, ma fortunatamente non si registrano danni agli impianti idroelettrici.
Il personale Enel è all’opera per monitorare il bacino del lago di Mosigo, mentre le squadre di Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Anas lavorano incessantemente per il ripristino della sicurezza. L’accesso a Cortina dalla pianura è ora gravemente compromesso, costringendo i viaggiatori a deviazioni impegnative attraverso Passo Tre Croci, Passo Giau o la Val Pusteria.
Valtellina sotto l’acqua: evacuazioni e danni strutturali
La provincia di Sondrio è stata un altro epicentro dell’emergenza. Nella zona della Valdisotto, forti temporali hanno provocato smottamenti e allagamenti diffusi. Cinquanta persone sono state evacuate dalle frazioni di Tola e Aquilone per precauzione, mentre case e infrastrutture locali hanno subito ingenti danni.
Sul posto operano oltre 50 vigili del fuoco con 24 mezzi, inclusi gli escavatori speciali del nucleo G.O.S., provenienti in rinforzo dai comandi di Lecco, Como, Brescia e Bergamo. La viabilità è interrotta in più punti, e il lavoro per ripristinare l’accesso alle zone isolate richiederà tempo e ingenti risorse.
Treni Parigi-Milano bloccati: i collegamenti internazionali pagano il conto del maltempo
L’effetto domino del maltempo non si ferma alle Alpi italiane. La compagnia ferroviaria francese SNC ha annunciato l’interruzione, “per diversi giorni”, della tratta ad alta velocità tra Parigi e Milano. La decisione arriva a seguito dei violenti nubifragi che hanno colpito la valle della Maurienne, lato francese del confine alpino.
Un duro colpo per la mobilità europea, con conseguenze evidenti anche sul turismo internazionale e sul traffico merci.
Treviso flagellata dal vento: decine di interventi dei Vigili del Fuoco
Anche il Veneto centrale ha subito gli effetti del maltempo, sebbene in forma diversa. In provincia di Treviso, un violento fronte di vento ha sradicato alberi, danneggiato tetti e reso pericolanti numerose strutture. Tra le 17:30 e l’1:00 della notte, i Vigili del Fuoco sono intervenuti ben 25 volte in comuni come Montebelluna, Paese e Ponzano Veneto.
Gli interventi si sono concentrati soprattutto sulla messa in sicurezza di coperture, rimozione di alberi caduti e sistemazione di pali pericolanti. Un altro tassello di un’emergenza complessa e diffusa.
Maltempo e montagne: una fragilità che torna a galla
Le immagini che arrivano dal Nord Italia mostrano un paesaggio di frane, torrenti ingrossati, vallate isolate e comunità in ginocchio. È la fragilità delle Alpi che torna drammaticamente in primo piano ogni volta che la natura si ribella con forza.
Il sistema di emergenza ha risposto prontamente, ma l’entità del fenomeno impone una riflessione più ampia sulla gestione del territorio e sulla prevenzione del rischio idrogeologico, specie in aree montane sempre più vulnerabili ai cambiamenti climatici.
Le prossime ore saranno decisive per il ritorno alla normalità. Ma ciò che è accaduto tra Bardonecchia, il Cadore e la Valtellina è già storia. Una storia fatta di pioggia, fango, paura… e grande coraggio.