L’eterna illusione

La famiglia Kirby vive avvantaggiando il lato qualitativo dell’esistenza. Il nonno ha raccolto nella grande casa più generazioni d’individui con il solo obbligo di perseguire i sogni. Dalla scrittrice al musicista, dal pittore al comico tutti in casa Kirby non si arrendono all’omologazione. La nipote fa la segretaria presso una grande azienda di New York. Un giorno conosce il figlio del padrone e s’innamora. Da quel momento per le due famiglie cominceranno i guai. Pragmatismo contro fantasia fino a quando entrambe le famiglie si ritroveranno cresciute e il sentimento tornerà a regnare.

L’eterna illusione è un film di Frank Capra del 1938 con protagonista James Stewart e Lionel Barrymore. Come tutti i lavori del maestro è una commedia che trae le sue radici dalla storia americana. Il nonno è un vulcano d’idee che non si arrende a una vita di quieta disperazione . Abituato a prenderla come viene, il vecchio Kirby si contorna di famigliari e amici fino a consigliarli e spronarli. L’incontro con la famiglia Sycamore -Vanderhof e il loro pragmatismo non mette in difficoltà l’anziano che fa della coerenza un valore. La storia d’amore tra i due giovani è solamente un pretesto per riflettere sulla società e sul valore del denaro.

Un mondo così occupato, ad arricchirsi di aver perso la capacità di essere se stesso va in scena con il garbo proprio di Capra. Sceneggiato in maniera eccellente E’ arrivata la felicità ha nella sua coralità il pezzo forte. Un ambiente carico di sentimenti che osserva e vive la microstoria in maniera gentile. Persone cariche di forza per capire quanto la vita sia una sola si contrappongono a un sistema fatto di obblighi. Nonostante l’apparente buonismo il film, ha nella sua forma l’ABC del genere e in Lionel Barrymore un mattatore straordinario in grado di commuovere e suscitare ammirazione allo stesso tempo.

Cinema che rasserena l’animo e si fa ammirare per gran ritmo, forse un po’ datato ma ancora in grado di portare quella gioia che le storie sullo schermo dovrebbero dare. Quello che sorprende guardando E’ arrivata è la gamma di generici che si affiancano alla vicenda diventandone protagonisti, loro modo. Anime che da sole varrebbero un personale film. La maestria di Capra era che di tutti i suoi personaggi si vorrebbe sempre sapere di più.