Lady Carabina lascia, arriva la regina dei dolci

Mazzali torna alla caccia, Massari entra in campo. Il Turismo lombardo diventa il laboratorio politico (e mediatico) di Fratelli d’Italia

Attilio Fontana - Debora Massari

C’è chi lascia la poltrona per tornare alla passione della caccia, e chi entra in politica dopo aver sfornato dolci. In Lombardia, la giunta di Attilio Fontana vive un piccolo ma significativo rimpasto: Barbara Mazzali, assessora al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, ha rassegnato le dimissioni “immediate e irrevocabili”, lasciando il posto a Debora Massari, imprenditrice e figlia del celebre maestro pasticcere Iginio.

Mazzali, soprannominata “Lady Carabina” per la sua nota passione venatoria, ha salutato Palazzo Lombardia con parole di orgoglio e gratitudine, rivendicando i risultati ottenuti nel settore turistico: “Lascio un assessorato forte, riconosciuto e ricco di prospettive”. E promette di tornare “al mondo venatorio, che mi ha sempre dato fiducia e lealtà”. Una dichiarazione che sa di congedo ma anche di strategia, come spesso accade in politica quando il passo indietro coincide con un passo laterale.

La mossa delle sorelle Meloni

Dietro il cambio, però, non c’è solo la nostalgia dei boschi. L’arrivo di Debora Massari appare come una scelta dal sapore tattico, più che dolciario. La giovane imprenditrice, stimata per il suo lavoro nel mondo dell’alta pasticceria, è anche figura vicina ad Arianna Meloni, la sorella meno mediatica ma più influente della premier. E in un partito come Fratelli d’Italia, dove i legami personali contano quanto (se non più) delle competenze, l’amicizia con la “sorella della Meloni” può essere la miglior referenza possibile.

È probabile che Arianna Meloni, regista silenziosa delle mosse interne al partito, abbia voluto dare un segnale chiaro: preparare la squadra lombarda per la volata finale verso Milano-Cortina 2026 e, più in là, per la successione di Fontana. Il rimpasto con una figura “tecnica”, dal profilo imprenditoriale e mediaticamente fresco come Debora Massari, può servire a consolidare la presenza di Fratelli d’Italia in Lombardia e ad addolcire (è il caso di dirlo) l’immagine di una giunta spesso percepita come ruvida e autoreferenziale.

Le reazioni e il malumore nell’opposizione

Naturalmente, non tutti a Palazzo Lombardia hanno accolto la notizia con entusiasmo. Dal centrosinistra, Pierfrancesco Majorino ha già tuonato chiedendo a Fontana di “riferire subito in Aula”. “È chiaro il pasticcio di Fratelli d’Italia, ha dichiarato, ma Fontana non può tacere”. Una critica forse prevedibile, ma che tocca un punto politico vero, a pochi mesi dalle Olimpiadi invernali, cambiare l’assessore al Turismo non è un dettaglio di calendario, bensì una decisione che rivela tensioni e riorganizzazioni interne.

Un domino ben calibrato

Mentre Fontana incassa le dimissioni e assume temporaneamente le deleghe, il partito si muove come un orologiaio di precisione, piazzando i suoi pezzi in vista di obiettivi più grandi. Mazzali rientrerà in Consiglio regionale, sostituendo Giorgio Bontempi, che dovrà abbandonare lo scranno ma in procinto di ricevere nuovi incarichi. Un domino ben calibrato, dove nessuno perde davvero la sedia, al massimo, la cambia.

Pasticceria politica

In fondo, la politica lombarda non è nuova a questi movimenti di pasticceria: si montano le creme, si cambiano gli stampi, ma la torta resta la stessa. L’ingresso di Debora Massari in giunta, oltre a essere un gesto simbolico di “modernizzazione” dell’immagine di Fratelli d’Italia, rappresenta anche un piccolo esperimento di marketing politico, unire la forza del marchio familiare “Massari” all’appeal istituzionale di un assessorato chiave in vista dei grandi eventi internazionali.

Tra glassa e sostanza

Resta da vedere se la nuova assessora saprà dosare gli ingredienti di una ricetta complessa come quella del turismo lombardo, tra tensioni di partito, interessi territoriali e sfide olimpiche. Di certo, la sua nomina porta una ventata di novità in un governo regionale dove i sapori forti e le spezie politiche non mancano mai.

In attesa di vedere come si muoverà la “pasticcera prestata alla politica”, una cosa è certa, in Lombardia, il potere non si conquista più solo con le armi della retorica o della caccia, ma anche con un vassoio ben guarnito di relazioni e dolci diplomazie.

Perché, in fondo, anche nella politica lombarda, la glassa conta quanto la sostanza.